di Veronica Graf
A tavola sono un cibo classico delle feste natalizie, ma i datteri, soprattutto in versione essiccata, sono disponibili tutto l’anno, e per quanto non siano proprio indicati in una dieta ipocalorica, dato l’alto contenuto di zuccheri, sono però anche ricchi di vitamine, potassio, magnesio e fosforo, e sono poveri di grassi. La palma da datteri, la Phoenix Dactyliferam, è originaria del Medioriente ed è diffusa soprattutto nei paesi dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale; in generale quest’albero, che può arrivare a trenta metri di altezza e vivere anche fino a trecento anni, prospera nelle zone più calde dell’area mediterranea, ma viene coltivato con successo anche in America del Sud. La palma inizia a dare frutti dopo il terzo anno d’età e in piena maturità (dopo i trent’anni) può arrivare anche a produrre cinquanta chili di datteri a stagione; la raccolta avviene alla fine dell’estate, tra agosto e settembre.
Il nome del dattero proviene dal greco daktylos, dito: i frutti infatti sono tipicamente ovali, lunghi e stretti; a seconda delle varietà, a polpa dura o molle, possono essere più o meno carnosi, e tra i più rinomati ci sono quelli d’Israele, dalla polpa particolarmente ricca. Ogni dattero contiene un unico seme, anch’esso lungo, tipicamente duro e legnoso; i frutti, di colore marrone scuro, sono riuniti in spighe, grappoli che possono contenere da duecento a mille datteri.
I datteri vengono essiccati per esigenze di conservazione, da freschi ovviamente sono meno calorici, contengono più acqua e meno zuccheri, mantengono più vitamine di quelli trattati, e sono particolarmente indicati, per le loro proprietà energizzanti, per chi compie attività sportiva, grazie anche al contenuto di potassio, magnesio e minerali in generale. Fresco, essiccato, ma anche liquido: dalla fermentazione del dattero si ricavano anche degli alcolici, tra cui l’arrak, noto anche come rum asiatico, un’acquavite esportata in tutto il modo ma prodotta principalmente in medio ed estremo oriente, che deriva dal vino della palma da dattero. Altro prodotto tipico è il cosiddetto miele, che si ricava dal frutto stesso, ma esistono anche la farina di dattero, ottenuta dai datteri duri essiccati, con cui si fa un pane tipico, e un surrogato del caffè, che si ottiene dai semi. Ma i datteri vengono principalmente consumati come semplici frutti, freschi e soprattutto essiccati, ottimi anche per accompagnare il formaggio, insieme sono un interessante connubio gastronomico. Nelle ricette africane e mediorientali, invece, il dattero è molto più diffuso e versatile. La farina di datteri, il miele di datteri, ma anche i datteri stessi sono ingredienti per torte e dolci di vario tipo, grazie al contenuto di zuccheri e all’estrema malleabilità del frutto.
Dato l’alto contenuto di zuccheri e minerali, sono consigliati ad atleti e sportivi: apportano potassio e potassio, particolarmente utili per l’equilibrio dei liquidi nell’organismo e come protettori del sistema cardiovascolare; il fosforo invece aiuta le funzioni cerebrali. I datteri avrebbero anche proprietà antiinfiammatorie, per cui possono essere consumati in decotto col miele per aiutare le vie respiratorie, grazie alle proprietà emollienti e utili a contrastare il catarro. In decotto questi frutti aiutano anche in caso di infiammazioni intestinali. Un vero elisir di benessere naturale.