di Gabriele Rizza
Era solo questione di tempo: le prime manifestazioni contro nuovi lockdown, avvenute in tutta Europa, sono sbarcate in Italia, a Napoli al grido “se ci chiudi ci devi pagare”. Memori delle gravissime lacune nei mesi primaverili, gli imprenditori e i loro dipendenti si trovano sulla stessa barca e in una profonda sfiducia verso ancora chi deve consegnare gli aiuti per la prima chiusura, verso chi ha preteso per intero il pagamento delle bollette e le tasse. Se la richiesta di una parte degli esperti e di parte del governo targata PD, resterà quella di una nuova serrata o di una serrata camuffata – ovvero chiusura delle attività alle 18, che è anche una scusa per tenere aperto senza aiutare – altre città scenderanno in piazza, a partire dalla Capitale, è solo questione di tempo.
Confesercenti ha già lanciato l’allarme: un nuovo lockdown farebbe chiudere almeno 110 mila imprese, una catastrofe per milioni di famiglie e di giovani. Intanto che la collera inizia fibrillare negli animi degli italiani, prendendo il posto della paura, il ridicolo del Governo e di alcune Regioni non ha fine. Il Premier Giuseppe Conte telefona a Chiara Ferragni per aiutarlo a convincere i giovani a indossare la mascherina. Nulla contro l’influencer più famosa del mondo, ma dalla politica ci aspettiamo ben altre telefonate. Roberto Speranza è costretto a ritirare il suo libro dagli scaffali, dal titolo Perché guariremo, espressione non proprio adatta a questi tempi, soprattutto per chi oggi rischia di non guarire dalla fame per la crisi economica, o per i malati oncologici che non ricevono cure adeguate per via di una sanità verso il collasso. Il Presidente De Luca ci ha strappato molti sorrisi in primavera, tra cinghiali e lanciafiamme, ma il politico deve fare il politico e la sanità campana ha il peggior rapporto abitanti/posti letto in terapia intensiva; la voglia di ridere lascia così il posto alla collera.
Abbiamo anche il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri: nel suo ennesimo scostamento di bilancio per altri 39 miliardi, ben 15 risultano “coperti” dal Recovery Fund. Eppure, del piano europeo ancora non c’è traccia, quindi la Ragioneria di Stato non potrà mai accettare una copertura che non esiste.
Questa è la realtà, a un passo del nuovo Dpcm e di una nuova conferenza stampa del Premier.