di Alessandro Giugni
È il 1840 quando a Göteborg, città della Svezia meridionale, Fritz Wiktor Hasselblad inaugura la FW Hasselblad & Co., azienda specializzata nell’import-export. Nessuno allora avrebbe potuto immaginare che, nel corso di un secolo, essa sarebbe divenuta una delle più rivoluzionarie e iconiche case di produzione di apparecchiature fotografiche.
La svolta avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1940, con l’avvento a capo dell’azienda di Victor Hasselblad, nipote del fondatore, amante della fotografia fin dalla tenera età e pupillo di George Eastmann, fondatore di Kodak Company (società con la quale la Hasselblad & Co. aveva intrapreso una collaborazione nel 1888 dopo l’apertura del primo ramo dedito alla fotografia). La Svezia, dichiaratasi in un primo momento neutrale, fu chiamata a difendere il proprio spazio aereo a seguito dell’invasione della Norvegia da parte della Germania nazista. Durante gli scontri, le forze armate svedesi riuscirono a recuperare una delle evolutissime fotocamere di sorveglianza aerea delle quali erano dotati gli aerei tedeschi. Il governo svedese contattò Hasselblad, chiedendogli se fosse possibile realizzare una fotocamera identica a quella tedesca. Leggenda vuole che Victor rispose con un secco: “No”, lasciando per un attimo delusi i suoi interlocutori, dopodiché, ancora con gli occhi fissi sull’apparecchiatura tedesca, proseguì aggiungendo: “Ma posso farne una migliore”. Fu così che in pochissimo tempo prese vita la prima fotocamera Hasselblad, la HK7, dotata di lente Zeiss e in grado di restituire fotogrammi 6×7 su pellicole da 80mm.
Terminata la Guerra, nel 1948 venne immessa sul mercato la prima fotocamera civile marchiata Hasselblad, la 1600F, alla quale furono abbinati obiettivi Kodak. A fronte delle ormai sessantennali relazioni con la casa di Rochester, Victor decise di intraprendere l’esportazione dei propri prodotti negli Stati Uniti. Mai scelta fu più provvidenziale di questa.
Pochi anni dopo, infatti, la competizione politica tra gli USA e l’URSS portò le due superpotenze a intraprendere la corsa allo spazio in un susseguirsi incessante di missioni spaziali volte alla conquista del satellite terrestre, la Luna. Fu proprio durante una di queste missioni che l’astronauta Walter M. Schirra, appassionato di fotografia, decise di portare con sé la Hasselblad 500C che aveva acquistato in un negozio a Huston alcuni mesi prima. Al suo ritorno la NASA restò a tal punto impressionata dalla qualità delle fotografie impressionate con quella fotocamera da avviare con l’azienda di Victor una collaborazione ufficiale, la quale troverà il proprio culmine nel primo allunaggio avvenuto il 20 luglio 1969. Le fotografie della prima impronta sul suolo lunare e delle prime passeggiate spaziali degli astronauti Armstrong e Buldrin sono state rese possibili solo dall’avanzatissima tecnologia di quelle fotocamere nate da un’intuizione di un uomo tanto geniale quale fu Victor Hasselblad.
Un uomo che vogliamo ricordare con un ultimo aneddoto legato ad uno dei suoi viaggi a New York, quando, al doganiere aeroportuale che, rimasto sorpreso dal suo cognome, esclamò: “Lei si chiama come la famosa fotocamera”, rispose: “Io sono la fotocamera”