di Gabriele Rizza
Ad oggi, il centrodestra può perdere le elezioni solo con le sue mani. Soprattutto se l’opposizione di centro e sinistra continuerà a far di tutto per non camminare sulle strade del paese reale. Opposizione che è più mediatica che politica. Per ora ci pensa il mainstream a tentare di frenare la corsa del centrodestra verso la vittoria, con argomentazioni diverse eppure della stessa radice. Da Repubblica al Corriere della Sera, da buona parte dei talk show politici agli influencer del pensiero (Saviano, per dire), ognuno con uno scoop sui leader del centrodestra, sul pericolo delle destre, del sovranismo, del fascismo. Radici comuni ma con narrazioni ramificate e diverse dall’antifascismo tradizionale in voga fino al 2018: ad esempio, sul fronte della politica estera, per il mainstream il “ritorno del fascismo” tramite Giorgia Meloni equivarrebbe a discredito e poca credibilità internazionale, specie che ora la politica estera è alla ribalta per gli eventi ucraini. Prende piede un antifascismo di prestigio e credibilità internazionale: “L’Italia non può sedersi al tavolo delle grandi potenze con un Premier fascista, saremmo scandalosi, non credibili, sbeffeggiati e derisi”. Diverso sarebbe se il primo ministro dovesse essere Matteo Salvini, a quel punto, insieme alla narrazione analoga alla Meloni, si aggiungerebbe una sorta di fusione tra antifascismo e anticomunismo ai tempi della guerra fredda vista l’accusa di rapporti tra il Carroccio e la Russia di Putin, che addirittura sarebbe la mano oscura che ha fatto cadere il governo Draghi per mezzo dei leghisti. Insomma, l’antifascismo del 2022 è anche scegliere a quale parte di civiltà del mondo appartenere.
C’è poi l’antifascismo mescolato all’antipopulismo sul fronte dell’economia. Promettere la riduzione delle tasse, di evitare la riforma del catasto e nuove patrimoniali è, secondo il mainstream, tradizionale fascismo di propaganda e illusione, ma soprattutto un nuovo sviluppo dell’equazione fascismo= ignoranza: da ignoranza culturale e ignoranza tecnica ed economica. Per il mainstream sempre e solo filo commissione europea e finanza certe cose non si possono fare, se sei di destra e vuoi farle anche solo parzialmente allora sei un fascista.
Il grande assente è per ora il tema dell’odio, seppur non scomparso. I temi che fanno più presa oggi non sono più l’immigrazione e i diritti civili in generale, ma la politica internazionale e la questione economica e così l’antifascismo si adatta alle “esigenze” elettorali del momento. Restando in attesa di settembre con la nuova ondata covid, cosicché l’antifascismo ritorni a combattere i no – vax, o semplicemente coloro che a certi modi di comunicare e al terrorismo mediatico non ci stanno.