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di Susanna Russo
Chiara Caruso continua così: “Ricordiamoci che l’essere umano è un essere sociale e il bisogno di stare con l’altro è fisiologico quanto quello di alimentarsi e di bere”. Dichiara inoltre che si stia chiedendo troppo, sia ai bambini che agli adulti, che si ritrovano a svolgere ruoli a cui non erano preparati. A questo proposito, viene istituito dal Governo il congedo parentale, riservato ai genitori dipendenti e ai loro figli minori, i quali, in caso di sospensione dell’attività scolastica, hanno il diritto di essere seguiti nella didattica a distanza. In questo caso, dunque, il genitore può svolgere il suo lavoro da remoto, e se questo non fosse possibile, ha diritto ad un congedo straordinario, e pur stando a casa, ha garantito il mantenimento del posto di lavoro e il divieto di licenziamento.
Eppure, per quanto si passi una vita a desiderare di avere più tempo da passare con i propri figli, sta venendo a galla che è più difficile e frustrante di quanto sembri, dedicarsi completamente e continuamente a loro. Forse anche per le difficoltà riscontrate nell’affrontare la convivenza forzata, e nel vedersi negata la possibilità di crescere, anche e soprattutto fuori dalle mura domestiche, sono mesi che soprattutto i liceali, ma ormai anche agli alunni delle scuole primarie, scendono in piazza e occupano le scuole, pur di tornare a studiare sui banchi. Rabbia e frustrazione vengono accresciute dalla mancanza di un capro espiatorio con cui prendersela.
L’ultima protesta del comitato “A Scuola” risale al 4 Marzo, sotto Palazzo Lombardia a Milano, contro la Giunta Fontana. Ma proprio Fontana, ad Agosto scorso, quindi ancora prima che il nuovo anno scolastico cominciasse, dichiarava che da parte del Governo ci fossero solo dubbi ed incertezze, e che governatori, sindaci, presidi ed insegnanti aspettassero risposte concrete ed attuabili, risposte che forse non sono mai arrivate, o comunque non in modo chiaro e deciso. Pochi giorni fa il governatore del Veneto Zaia, ha invece puntualizzato che la facoltà di chiudere le scuole spetta ai tecnici e non ai politici.
Anche l’Assessore all’Istruzione del Comune di Milano, Laura Galimberti, esprime la sua opinione attraverso un post su Facebook, in cui dichiara che sicurezza e prudenza siano prioritari, ma anche la chiarezza nel metodo e nel merito. Precisa inoltre che si sta adoperando per sollecitare risposte alle domande che ogni giorno pongono molte famiglie. Ecco che quello appena trascorso potrebbe essere definito l’anno delle domande senza risposte, delle colpe senza responsabili e di vittime innocenti, prime tra tutte gli studenti, che rischiano di assistere in diretta (sempre da remoto!) alla distruzione del diritto all’istruzione.