di Max Buonocore
Forza Italia in Lombardia, territorio in cui è nata grazie al Presidente Berlusconi e che ha sempre rappresentato un importante bacino di voti, perde sempre più lucidità: la direzione o quello che è il coordinamento lombardo, fa delle scelte sempre più senza senso politico e soprattutto perdendo di vista i valori di Forza Italia delle origini, che vedevano nella meritocrazia, nella professionalità, nell’impegno umano e professionale e soprattutto nella libertà un punto di riferimento fondamentale; oggi in Forza Italia non esiste più la libertà ma conta solo l’appartenenza a un piccolo giro di persone che si tiene in piedi più per interessi che una visone della vita, per dei valori, o per delle capacità politiche.
A Pavia, dopo la distruzione della Brianza grazie a Fabrizio Sala, sta avvenendo la stessa cosa, cioè l’eliminazione politica sistematica classica dei soviet peggiori, ed in questo caso la vittima è Niccolo Fraschini.
Dott- Fraschini dai giornali risultata che Forza Italia ha presentato una mozione in comune a Pavia contro di lei, è vero?
“Sì, è proprio così. I Consiglieri comunali di Forza Italia hanno pensato bene di sottoscrivere una mozione di sfiducia presentata dal centrosinistra per farmi decadere da Presidente della Commissione Bilancio. Ha dell’incredibile, ma un partito che si dichiara di centrodestra ha firmato un atto della sinistra contro un alleato: ricordo ai lettori che io sono stato eletto in una lista civica, ‘Pavia Prima’, alleata della coalizione di centrodestra che sostiene il Sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi. Forza Italia ha quindi spaccato la coalizione, cinguettando con i sostenitori pavesi del governo giallo-rosso. Un’ alleanza di fatto davvero curiosa, considerato che ha riunito persone come gli ex Sindaci Cattaneo e Depaoli, da sempre acerrimi nemici. E per cosa, poi? Per un mio controverso post su Facebook risalente ormai a 2 mesi fa.”
Lei, se non sbaglio, viene da Forza Italia?
“Certo. Forza Italia è stato il mio primo grande amore politico: aderii quando avevo 16 anni, perché credevo nella rivoluzione liberale che Silvio Berlusconi proponeva al Paese dal 1994. Ci restai per 8 lunghi anni, durante i quali penso di avere onorato la maglia: entrambe le volte che mi sono candidato con Forza Italia (2005 in Consiglio di Zona e 2009 in Consiglio comunale) ho portato al partito diverse centinaia di preferenze. Me ne andai nel 2010, quando vidi premiare leccapiedi e cortigiane: la goccia che fece traboccare il vaso fu la candidatura di Nicole Minetti. Mi dissi ‘not in my name’ e non rinnovai la tessera. Sono poi tornato in Forza Italia nel biennio 2018-2019, quando ebbi l’onore di collaborare con Federico Romani, prima in campagna elettorale e poi in segreteria dopo la sua elezione in Consiglio regionale. A lui mi lega un rapporto di sincera amicizia, che ormai travalica la politica.”
La Lega e FdI invece l’anno sostenuta?
“Sì, e di questo li ringrazio davvero. È ormai chiaro che sono queste forze politiche, insieme alle liste civiche Pavia Prima e Pavia Ideale, a costituire l’anima della coalizione che sostiene lealmente l’operato del Sindaco Fracassi. La fiducia che mi hanno voluto rinnovare è stato motivo di orgoglio e ha consolidato ulteriormente il nostro rapporto di collaborazione. Con l’eccezione di Forza Italia, sembra che ormai questa maggioranza costituisca sempre più una comunità coesa di persone, prima che di partiti.”
Secondo lei perché questa reazione di Forza Italia e Cattaneo nei suoi confronti?
“La motivazione ufficiale è un mio vecchio post su Facebook, ma il motivo vero è che l’ex Sindaco non mi ha mai perdonato di avergli fatto perdere le elezioni comunali del 2014: si diceva fosse il Sindaco più amato d’Italia, ma evidentemente non era così. Ovviamente non mi candidati a Sindaco contro di lui per questioni personali, ma per gravi questioni politiche: la rottura avvenne quando io denunciai politicamente che negli anni della sua amministrazione erano fioriti dei comitati d’affari che avevano nell’ASM Pavia (la nostra principale società partecipata) la loro mangiatoia. Emersero via via fatti incredibili: figli di Consiglieri comunali di quasi tutti i partiti assunti senza concorso, carte di credito aziendali utilizzate in un night club di Roma e, soprattutto, la sparizione di quasi 2 milioni di euro dai conti dell’azienda. Di fronte a tutto questo, i pavesi capirono di non poter rinnovare la fiducia al Sindaco uscente e agli uomini a lui vicini, alcuni dei quali sono stati poi condannati.”
Come vede oggi Forza Italia in Lombardia e nel Pavese?
“Il mio cuore ha battuto troppo a lungo per Forza Italia per permettermi di parlarne male, ma oggettivamente il partito ha imboccato da troppi anni una parabola calante, dovuta a 2 fattori: innanzitutto, i criteri di scelta del personale politico. E’ ormai diventata la corte privata di Silvio Berlusconi, e i cortigiani troppo spesso si sono rivelati più dei servi accondiscendenti e falsi che dei preziosi consiglieri.
Il secondo motivo che mi spinge ad essere pessimista è che da troppi anni Forza Italia ha ammainato il nobile vessillo della rivoluzione liberale, annacquando sempre più la sua identità politica, che oggi risulta sbiadita. In Italia c’è quanto mai bisogno di un grande partito liberale, che immagini uno Stato meno invasivo, costoso, inefficace e invadente e che parli davvero alle realtà ed ai territori più produttivi del nostro Paese. È quindi proprio la Lombardia il territorio da cui Forza Italia dovrebbe ripartire, tornando allo spirito del 1994 e puntando sui suoi elementi migliori, ovvero gli amministratori locali che da anni amministrano Comuni importanti. Il Pavese non fa eccezione: occorre fare piazza pulita dei cacicchi locali, paracadutati e aggrappati da troppo tempo alle loro piccole rendite di posizione, e puntare sugli elementi con maggiore esperienza. Penso, tra gli altri, ad Antonio Bobbio Pallavicini, vicesindaco di Pavia e assessore ai Lavori pubblici: in questi primi 10 mesi ha svolto al meglio il suo compito.”