di Martina Grandori
La talentuosa gallerista e talent scout milanese Rossana Orlandi li ha intercettati praticamente subito, vincendo il primo posto nella categoria Industrial Design del concorso Guiltless Plastic. Arte, natura e sostenibilità i tre pilastri di questa kermesse culturale che ha portato il team di BlueCycle sotto i riflettori in Italia. Una startup fondata da due giovani greche – Marily Konstantinopoulou e Suzanna Laskaridis – che hanno intuito il potenziale dei rifiuti presenti nel mare se giustamente riciclati e reinventati in oggetti d’arte che diventano i pezzi da collezione di Second Nature, prima serie di mobili realizzati con una stampante 3D robotica e materiali-spazzatura. Progettazione digitale e le tecnologie di fabbricazione possono essere impiegate per affrontare l’inquinamento marino da plastica grazie ad una digitalizzazione della progettazione e una fabbricazione innovativa, il nuovo connubio per affrontare l’inquinamento marino da plastica in maniera concreta. L’ispirazione arriva dal mare riutilizzando tutti quegli articoli in plastica che purtroppo oggi galleggiano nelle acque del Mar Egeo come le reti da pesca, le corde, le bottiglie o i flaconi di plastica e per questo il contributo dei pescatori a questo progetto è vitale, sono loro che fanno la differenza segnalando detriti. L’obiettivo di BluCycle è arrivare a diventare un paradigma di un business di economia circolare e sostenibile attraverso il riutilizzo della plastica marina dispersa combinando produzione e buone pratiche di riciclaggio. Circa il 70% della materia della linea Second Nature è plastica recuperata e 100% riciclabile, 100% circolare – la fabbrica degli oggetti è al Pireo – e la collezione (sedute, lettini, tavoli, vasi) può essere utilizzata anche in situazioni outdoor senza temere l’effetto di deterioramento, non male se si pensa che comunque anche il design ha un impatto sull’ambiente. Per una massima tracciabilità dei rifiuti BluCycle ha istituito oltre 25 punti di raccolta dei rifiuti marini in diverse località della Grecia. Provengono dalla pulizia delle coste, dall’acquacoltura, mitilicoltura, da scarti nautici e di attrezzature per la pesca, il tutto convogliato al Pireo dove vengono lavorati e immessi nelle stampanti 3D robotizzate – ossia quelle che consentono di fabbricare direttamente l’oggetto in fase di progettazione. Ogni oggetto è un pezzo unico, frutto di un’innovativa lavorazione – che trasforma il rifiuto marino tanto di processo certificato – in materiale pronto per poi essere trasformato in un oggetto di design.