L’area di porta Venezia è infestata da folte colonie di topi. Lo denuncia la consigliere di Zona 3 Rita Cosenza, Destra Civica, che in un’interrogazione presentata in Consiglio segnala minuziosamente tutte le aree infestate. E la zona è veramente vasta.
Si parte dai giardini pubblici di Indro Montanelli, dove topi e ratti ormai non sono difficili da incontrare mentre si passeggia per i vialetti del parco. Un’altra emergenza relativa ai giardini pubblici di via Palestro è stata la presenza di bivacchi di profughi eritrei, al quale i commercianti hanno risposto con l’istituzione di gruppi di ronde. Ora un’altra situazione di degrado si aggiunge a questa.
Poi si passa ai Bastioni di Porta Venezia e la parallela via Vittorio Veneto, strade del centro storico di Milano, molto trafficate e frequentate. Ma non è finita: le colonie di roditori arrivano fino a largo Bellintani e agli scavi in corso di via Benedetto Marcello. Un’area vasta, vastissima, in pieno centro di Milano.
La consigliere di Zona 3 chiede al Comune e al Consiglio di Zona 3 di intervenire sulla situazione con adeguati ed estesi interventi sanitari. I cittadini, spiega la Cosenza, si lamentano da tempo di questa situazione e numerose sono state le loro segnalazioni. Non resterebbe che intervenire.
Queste segnalazioni si aggiungono alle molte pervenute nei giorni scorsi da residenti di altre prestigiose zone: tane di ratti ci sarebbero in Foro Bonaparte, a due passi dal Castello, piazza Sant’Agostino, e addirittura nel quadrilatero della moda. Per non parlare della situazione di molte periferie, che da tempo si lamentano di colonie di topi sempre più moleste. Presenza di topi ormai fissa anche sul canale della Martesana, dove scorrazzano indisturbati famigliole di ratti lunghi mezzo metro.
Il problema dei ratti andrebbe affrontato seriamente da questa amministrazione, oltre per le malattie che portano dietro, anche per l’impressione di una città sporca e abbandonata a se stessa che provocano. Sono sicuro che i milanesi preferirebbero una ciclabile in meno ma strade e parchi liberi dai ratti.
Gabriele Legramandi