di Daniela Buonocore
Ogni volta che si parla di cybercrime si affronta il tema sull’ attività criminale, che si prefigge di colpire o utilizzare per scopi malevoli, un computer o una rete di computer, tramite anche i dispositivi connessi alla rete.
La maggior parte dei crimini informatici, ovviamente non tutti, viene però perpetrata da cybercriminali o da hacker informatici, che hanno lo scopo di realizzare i profitti illeciti, pertanto la criminalità informatica è praticata sia dai singoli individui ma anche da grandi organizzazioni, alcune strutturate con tecnologie avanzate ed elevate conoscenze tecniche, altre invece, meno esperte, mirano a danneggiare computer personali per motivi diversi da quelli del profitto, si parla spesso infatti di ragione di natura politica o personale.
Di conseguenza la cybersicurezza è un’emergenza di carattere globale che ha subito impatti molto forti, sia nel tema della società, che della geopolitica, procurando danni economici pari ed oltre il 6% del PIL mondiale.
Questo è quanto è racchiuso nel rapporto Clusit effettuato nel primo semestre del 2021; si sono pertanto registrati oltre il 24% dei gravi attacchi, con effetti addirittura devastanti cresciuti poco dopo tempo fino al 74% .
La procura di Milano ha quindi avviato un’indagine sul fenomeno peculiare di cybercrime, che ormai ha una portata internazionale. Presenti in tutta Europa e anche in tutta Italia, sfociano in veri e propri reati di estorsione tramite i portali telematici, nei confronti delle multinazionali e delle aziende private.
È stato infatti riscontrato, dal bilancio di responsabilità sociale della procura milanese, che dalla seconda metà del 2020, il riscatto medio richiesto da parte delle organizzazioni di cybercrime ha superato la soglia del 50% .
Inoltre, si mettono in evidenza, non solo i casi di cybercrime e a hackering, ma anche il caso dei rider e del settore food delivery, così come lo stesso contrasto all’usura e all’aumento del traffico per le opere d’arte.
Causa principale forse è stato proprio l’anno della pandemia covid contraddistintosi proprio per un significativo aumento di reati informatici. Infatti, stando ai dati della polizia postale, i cyber-attacchi sono cresciuti del 246% soltanto nel 2020 in Italia.
Viene pertanto denunciato, in virtù di una prospettiva futura di legge, la mancata regolarità della cyber-sicurezza dei sistemi informatici e il dubbio di un eventuale investimento delle imprese verso quest’ultimo, che riscontra la causa dell’ emersa parziale inadeguatezza degli strumenti di indagine attualmente messi a disposizione dalla procura per riuscire a combattere questi nemici transazionali.
Nel bilancio sono stati inseriti anche le richieste per tutelare i rider che hanno portato all’obbligo di inquadrare oltre 60.000 rider che, originariamente, sono stati qualificati come collaboratori occasionali, passando così come lavoratori parasubordinati con le annesse garanzie dal punto di vista dell’ amministrativo della società di delivery.
In più, sempre a seguito della pandemia, sono emersi emergenze sociali derivati dalla crisi sanitaria e sono aumentati anche i reati di usura, pertanto la procura hai investito molto, non solo su queste problematiche, cercando di risolvere quanto prima il problema, ma anche sui reati di usura e su quello del monitoraggio del traffico delle opere d’arte, spesso collegate a reati fiscali e di riciclaggio.
È stata pertanto fatta richiesta, non solo di porre maggiore attenzione da parte delle imprese, ma anche dei singoli malcapitati, invitandoli a denunciare tempestivamente qualsiasi tipo di inflazione.