Milano. Siamo in questura questa mattina, in sala cronisti, quella che da più di 100 anni accoglie i giornalisti milanesi. All’improvviso, poco dopo le 11.30, si sente un urlo di donna che arriva dalla strada. La finestra è aperta. Uno sguardo giú e si vede una ragazza, ai tavolini del bar di fronte, che fa a tira e molla con un ladro che voleva prendere il suo zaino.
I numerosi poliziotti che si trovano nei pressi del portone della questura vedono la scena, attraversano di corsa la strada e prendono il ladro mentre è ancora attaccato allo zaino. Lo trascinano in questura, meno di 10 passi. Lui dice: ” io non ho fatto niente”. La ragazza li segue per la denuncia di furto.
Lo ritroviamo meno di 5 minuti dopo nel cortile. Il furbissimo giovane, poco più di 20 anni, capelli ricci tipo rasta, straniero, era stato appena liberato dalle camere di sicurezza. Vi era rimasto rinchiuso per diverse ore dopo essere stato arrestato ieri per rapina.
Mentre gli passiamo davanti lo si sente dire ai poliziotti che stavano espletando le pratiche per riportarlo in camera di sicurezza, “ma ora a mezzogiorno mangio qui?”.
Una frase che fa cambiare il titolo a questo articolo. Da “Sai quale è il record della stupidità per un ladro?” a “La cucina della questura attira i ladri”.
Tutto infatti dipende dal punto di vista da cui si guarda la realtà. Per alcuni essere messi in una camera di sicurezza significa essere privati della libertà, una punizione terribile di cui si ha paura e che tiene lontano da qualunque tentazione di furto.
Per altri, invece, probabilmente essere in camera di sicurezza significa essere sicuri di avere un letto e almeno 2 pasti caldi. La camera di sicurezza è cosí sicura da volerci tornare al più presto, non appena se ne esce. La libertà non riempie la pancia e non scalda. Per finirci vale anche la pena di passare per cretini.