di Mario Alberto Marchi
Ora facciamo i conti con una ripresa lenta, rincuorati da vedere bar che servono aperitivi a pieno regime, ristoranti in attività, spiagge non vuote come temevamo, ma il risveglio sarà a settembre, quando la piccola iniezione di fiducia del turismo e della movida estiva verrà meno; e non sarà un bel risveglio.
Eurostat, l’istituto centrale di statistica dell’Unione Europea, monitora l’andamento con attenzione, dal momento che è indispensabile cercare di avere un quadro preciso sui segni che davvero la crisi post covid ha lasciato sull’economia: ci sono centinaia di miliardi da movimentare, fondi da attivare, politiche comunitarie da tarare, con urgenza ed evitando squilibri; ecco allora che ci fornisce in questi giorni un quadro di previsioni drammatico per quanto riguarda l’occupazione.
Analizziamo. Il dato sul quale sono state costruite le previsioni è quello di aprile, con 274.000 occupati in meno, su base mensile, che significa quasi 500.000 posti persi su base annua. All’interno di questi numeri, poi, si assiste a una fenomeno grave in termini di fiducia e aspettative: l’aumento vertiginoso dei cosiddetti disoccupati inattivi, cioè coloro i quali il lavoro ormai non lo cercano nemmeno più; si sono arresi, ormai rassegnati a vivere a carico dei famigliari e raggiungono il 38,1%, con un’incidenza che non si vedeva da almeno dieci anni.
Tra quelli che il lavoro l’avevano, ma l’hanno perso, i più numerosi sono i titolari di contratti a termine,- 126.000 in un solo mese: un calo, come non si vedeva da anni e il dato è ancora “drogato” dai lavori stagionali estivi, sebbene anche questi siano calati di 1,2 milioni di unità. Quando finiranno, ci ritroveremo davanti a una realtà spaventosa.
Già così basta e avanza per immaginare quale crisi ci attenda in autunno, ma tantp vale dircela tutta; ecco allora che anche i numeri di coloro che sembrano rimanere fortunatamente occupati, lascia spazio a possibili amare sorprese. Nel computo, infatti, risultano occupati anche i lavoratori in cassa integrazione che però non si sa se e in che misura potranno essere reintegrati.
Quando conosceremo il vero impatto della crisi sul mercato del lavoro? C’è una data, che tiene tutti col fiato sospeso e che ormai si avvicina: quella del 18 agosto, quando decadrà il blocco ai licenziamenti imposto dal Governo.
Senza nuove misure di contenimento, non è difficile prevedere una valanga di nuovi disoccupati. Meglio astenersi dall’immaginare quali potranno essere gli effetti.