Il Parlamento della Crimea ha votato a favore dell’adesione alla Russia e ha convocato un referendum scatenendo l’ira di Kiev e della comunità internazionale. “Significherebbe la fine della pace mondiale”, tuona il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. Il premier ucraino, intanto, chiede all’Ue di firmare l’accordo cestinato da Ianukovich. Vertici a Roma, New York e Bruxelles: esordio sulla scena internazionale per Matteo Renzi.
Gli Stati Uniti dicono no al referendum in Crimea convocato dal Parlamento locale per sancire l’eventuale annessione alla Russia di Putin. “La consultazione proposta violerebbe la Costituzione dell’Ucraina e del diritto internazionale, oltre alla sovranità del Paese stesso”, scrive su Twitter Ben Rhodes, vice capo della sicurezza nazionale della Casa Bianca.
La frequenza della tv Chernomorskaya, seconda emittente della Crimea, è stata oscurata, al suo posto vengono trasmesse le immagini della televisione All News Russia 24.
La Nato è dalla parte della sovranità e dell’unità territoriale dell’Ucraina e questa crisi “non riguarda solo l’Ucraina, ma ha gravi implicazioni per la sicurezza e la stabilità dell’intera area euro-atlantica”. Lo ha detto il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, dopo l’incontro con il premier ucraino Arseni Iatseniuk. “Stiamo chiaramente affrontando la più grave minaccia alla sicurezza dalla fine della Guerra Fredda”, ha affermato.
Il Parlamento della Crimea è presidiato da un centinaio di volontari cosacchi russi. “Veniamo dalla regione di Krasnodar, siamo arrivati tre settimane fa”, dice un ufficiale. Stamani il Parlamento ha deciso che il referendum, che si terrà il 16 marzo, chiederà alla popolazione di aderire alla Federazione russa,
La Critica