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giovedì, 26 Dicembre, 2024

COVID-19: QUANDO LE INCONGRUENZE SONO TANTE QUANTE I DPCM

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di Susanna Russo

 

Dal 21 Febbraio 2020 ad oggi, sono stati varati più di 20 Dpcm, di cui, solo ad Ottobre scorso, se ne sono susseguiti ben 3. Le contraddizioni sono però molte di più di questi Decreti.

Dpcm è l’acronimo più googlato di quest’ultimo anno, e quello più temuto dalla popolazione italiana. Da mesi, si aspetta che di volta in volta venga illustrato quello più recente, più aggiornato, ma anche più intricato.

Sembra infatti che più la nostra convivenza con questo famigerato virus si prolunghi, più venga difficile stabilire norme e restrizioni chiare ed utili per affrontarlo, o almeno per sopravvivergli.

È ovvio per chiunque abbia un minimo di ragionevolezza che districarsi nella matassa del Covid sia affare complesso e per nulla scontato, ma ciò non toglie che da ormai un anno la confusione regni sovrana.

Tutto ha inizio il 30 Gennaio 2020, quando il Premier Conte, durante una conferenza stampa, afferma che è tutto sotto controllo e che il Paese è pronto ad affrontare questa anomala situazione sanitaria. È però un attimo che il caos prenda il sopravvento, e mentre prima si biasimavano i falsi allarmismi, ora l’obbiettivo è rendere i cittadini consapevoli della gravità della faccenda.

Da #MILANONONSIFERMA a #IORESTOACASA il passo è brevissimo; ha così iniziò la fiumana di giurisdizioni e decreti che ancora prima di contraddirsi, spesso e volentieri faticano proprio ad essere compresi. Alla stessa stregua, si passa dal chiedere ai cittadini di lasciare le mascherine chirurgiche a medici ed infermieri, ad imporre loro di averle con sé sempre ed ovunque. Sono diverse le cose che non tornano, ed alcune domande sorgono spontanee: perché le palestre, dopo aver adempiuto alle misure di sicurezza che vengono loro imposte, sono comunque costrette a richiudere? Perché i teatri, i cinema e i musei, luoghi, come dimostrato, più sicuri di qualunque altro, vengono ritenuti probabili focolai e per questo chiusi a tempo indefinito, mentre i mezzi pubblici pullulano di passeggeri che stanno spalla a spalla? Perché ad Agosto riaprono le discoteche, e a Dicembre non si può passare il Natale in famiglia? Perché 6 commensali a tavola, e non 5, e non 7? (Da precisare che a questa domanda nemmeno il comitato tecnico-scientifico riesce a trovare una risposta plausibile). Perché i ristoranti possono aprire a pranzo ma non a cena?

Ma anche: chi sono i congiunti? Da quanti giorni, mesi, anni bisogna conoscersi, quante esperienze di vita bisogna aver condiviso per considerarsi tali? Perché solo i conviventi possono sedersi vicini al ristorante o in macchina, se persino gli amanti si tengono per mano fino a due minuti prima di entrare nel locale o nell’autovettura?

Le domande sono moltissime, ancora più delle incoerenze, le risposte non sono pervenute, la frustrazione di chi si adegua senza capire è alle stelle. Errare è umano, soprattutto in pieno stato di emergenza, ma gli effetti a cui errando si va incontro, di umano hanno ben poco.

 

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