Sulla spending review per gli ultimi otto mesi dell’anno “più o meno si arriva a 5 miliardi. Questo se si cominciasse da maggio. Prudenzialmente si può contare su 3 miliardi”. Lo ha detto il commissario Carlo Cottarelli al Senato. “C’è un margine, tutto dipende dalle decisioni politiche che si prendono”. Il dossier sulle pensioni, ha aggiunto, è “uno scenario illustrativo” che può essere “modulato secondo i parametri che si decidono”.
Cottarelli ha spiegato che per lo scenario sulle pensioni e’ stato preso a riferimento il reddito procapite italiano calcolato dall’Istat, pari a 26.000 euro. Il contributo previsto dal dossier messo a punto finora sarebbe quindi partito da “pochi euro al mese andando poi a crescere” in base al reddito. “Dipende dal tipo di scenario che si vuole avere, sono scelte politiche – ha ribadito – si può anche decidere che non si devono toccare”. In ogni caso, ha puntualizzato il commissario, “per gli scaglioni più bassi il contributo era molto basso, quindi anche se si partisse da più in alto i risparmi non sarebbero compromessi”.
“Sulle forze di polizia che esistano problemi di sovrapposizione e di coordinamento è abbastanza noto, che esistano margini di risparmio anche. Si sta parlando di piani di miglior coordinamento, compreso l’acquisto di beni e servizi. E’ un tema molto delicato: non si vuole ridurre il livello di sicurezza, è un’area in cui si parla di sinergie, spendendo di meno”, ha spiegato Cottarelli, rispondendo alle polemiche nate intorno ai possibili tagli alle forze dell’ordine.
“Mi è stato chiesto se il sistema sanitario nazionale sia ancora sostenibile. Credo di sì, non è necessario un cambiamento radicale, non c’è da rivedere interamente il sistema. Le differenze a livello regionale spingono verso la piena attuazione dei costi standard”.
commissario ha poi illustrato i tempi: “Per alcune riforme, quelle che io chiamo sinergie, come per le forze di polizia o per le centrali di acquisto, occorre partire subito in termini di definizione dei piani specifici anche se gli effetti si vedranno solo nel 2015. Nella mia agenda c’è la scadenza di metà settembre per la definizione dei piani strutturali”.
Stop della Ragioneria dello Stato alle coperture del testo unificato che risolve il caso di circa 4mila insegnanti oggetto della cosiddetta “quota 96”. Quest’ultimi docenti, a causa della riforma Fornero, non erano riusciti ad andare in pensione nonostante i requisiti. I dubbi dei tecnici riguardano “la copertura di oneri certi con economie di entità incerta”.
La Critica