di Abbatino
Sergio Mattarella, un astuto democristiano di sinistra, declina l’invito che da più parti arriva al suo cospetto. La proroga non la vuole. L’ha detto e ripetuto anche in questi giorni, non s’ha da fare. Il suo mandato scade tecnicamente il 3 febbraio, e il suo successore deve essere nominato proprio entro quella data. Quasi sempre i tempi sono stati rispettati, salvo il caso di Giovanni Leone, quando ci vollero 23 di scrutini. Le operazioni di voto inizieranno intorno al 20 gennaio, gli oltre mille grandi elettori si appresteranno a votare il nuovo capo dello stato. Anche questa volta si profilava, fino a qualche tempo fa, la possibilità di bis del precedente presidente, come Napotitano prima di lui. Invece Mattarella, nonostante la sua età decisamente più giovane del predecessore, ha già detto che non ne vuole sapere. Lo ripete ad ogni occasione, in ogni modo. Ma sarà così certo che non sia rieletto? Se non viene confermato, gli scenari si aprono addirittura per Silvio Berlusconi, ormai in un’ inedita campagna elettorale pro colle. Non si era mai vista una così accanita campagna per un Presidente della Repubblica che, è noto, non viene eletto dai cittadini. Invece il cavaliere ci crede e rilancia, cercando di portarsi dietro tutto il centrodestra e magari strizzando l’occhio al figlioccio Renzi, che potrebbe appoggiarlo in funzione anti grillina. Il Pd tace. Non lo dice, ma vorrebbe Mattarella di nuovo, per sedare i sussulti interni e per scongiurare personaggi meno accomodanti dell’attuale, ex parlamentare PD. Le azioni di Casini, Bindi, o altri mezzi presunti cattodem, sembrano in calo, ma solo per il momento. Mentre ormai è tramontata l’ipotesi Draghi, sempre più gradito alla UE nei panni di primo ministro, più che di capo dello stato. E Mattarella “il bianco” all’età di 82 anni, non ha più voglia di certi giochetti. Pare.
