di Roberto Donghi
A tre settimane dalla fine della quarantena, la Francia fa i conti con la pandemia tirando, come noi, un momentaneo sospiro di sollievo di fronte al numero dei decessi che è in costante diminuzione ed ha oramai raggiunto un numero di casi giornalieri inferiori a 50.
La prima ondata transalpina ha visto soccombere al virus 28.833 persone, dato verificato nella serata di Lunedì 1 Giugno. Una cifra che ha reso la Francia il quinto paese per numero di morti al mondo e che ha visto tra le regioni più colpite l’Ile de France (Parigi), la regione del Grand Est (Strasburgo) e l’Hauts de France (Lilla). La maggior parte dei decessi (18.000) si sono registrati negli ospedali ed i restanti 10.300 negli Ehpad (Établissement d’hébergement pour personnes âgées dépendantes) l’equivalente delle nostre RSA.
Anche se fortunatamente, dall’inizio della pandemia, il 77% dei pazienti in rianimazione è riuscito a guarire, i dati testimoniano come il virus abbia colpito principalmente gli uomini (il 58% dei decessi in ospedale) rivelando che il 73% dei pazienti in rianimazione è sempre uomo (secondo le statistiche dell’agenzia della sanità pubblica francese). Statistiche che ricalcano il dato nazionale italiano, che vede il 59,1% di decessi tra gli uomini sopra gli 80 anni.
Come da noi e come nel resto del mondo, anche in Francia il principale fattore di rischio da contagio covid19 è l’età: negli ospedali i pazienti sotto i 50 anni rappresentano il 9% dei decessi, ma il dato sale vertiginosamente al 58% tra i maggiori di 80 anni. Per quanto riguarda i giovani, si contano 6 decessi tra minori di 19 anni e ben tre casi straordinari di bambini.
Nonostante tale bilancio, di poco inferiore al nostro (33.601 decessi italiani ad oggi) va ricordato come negli adulti l’obesità, il diabete e le patologie cardiache siano la causa principale dei morti per coronavirus, mentre le problematiche polmonari sono solo al quarto posto. Un dato anch’esso simile a quello italiano, che vede i decessi per solo coronavirus al 4,1% dei totali.