Una ricerca delle Nazioni Unite ha accertato violazioni organizzate dei diritti umani in Corea del Nord , tra cui il rapimento di cittadini stranieri giapponesi e di altre nazionalità oltre alla repressione dei prigionieri politici, invitando il Consiglio di sicurezza a riferire in merito alla Corte penale internazionale.
Il rapporto finale, pubblicato lunedì, dalla commissione d’inchiesta dei diritti umani dell’O.N.U., operante in Corea del Nord, denuncia nel paese avvengono sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani e chiamano in causa il “Supremo Leader” Kim Jong-un quale principale responsabile dell’attuale situazione.
La relazione ha inoltre esortato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare sanzioni contro i responsabili di crimini contro l’umanità.
In merito a rapimenti e sparizioni, la commissione dichiara che dal 1950 , la Repubblica Popolare Democratica di Corea è impegnata nel sequestro sistematico e di rifiuto di rimpatrio e la successiva sparizione di persone provenienti da altri paesi, su larga scala e per una questione di politica di stato. Ben oltre 200.000 persone, compresi i bambini, sono stati letteralmente deportati da altri paesi per conto della Repubblica Popolare Democratica di Corea e sono diventati vittime di sparizione. Nel rapporto si legge inoltre che centinaia di cittadini sud coreani, del Giappone e altri Stati, sono stati rapiti e scomparve tra 1960 e 1980, mentre la stragrande maggioranza dei rapimenti e sparizioni sono legati alla guerra di Corea.
Il rapporto si conclude con la richiesta al Consiglio di Sicurezza di deferire la situazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea al Tribunale penale internazionale e adottare sanzioni mirate nei confronti di coloro che sembrano essere i maggiori responsabili di crimini contro l’umanità.
La Commissione d’inchiesta è stata istituita nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel marzo dello scorso anno dopo un voto unanime. Il suo scopo era indagare in merito alle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord, quali il lavoro forzato nei campi di prigionia e sparizioni involontarie, compresi rapimenti di cittadini stranieri.
La relazione, i relativi allegati ed i risultati dettagliati su cui si basa, sono pubblicate sul www.ohchr.org.
Non penso che servano commenti sui risultati della commissione istituita dalle Nazioni Unite, basta leggere i documenti. Viene però spontaneo commentare il solito complice silenzio, di tutti coloro che si ritrovano sotto le sanguigne bandiere, in merito a 200.000 desaparecidos asiatici di cui nessun politico, nessuna cantante, nessun difensore dei diritti civili ha mai parlato, ha mai cantato ha mai protestato.
Gian Giacomo William Faillace