I demoni della violenza della primavera araba si sono svegliati mercoledì sera e ancora oggi non accennano a fermarsi a Ghardaia anzi peggiorano di ora in ora e si sono improvvisamente estese a tutte le zone della città. La scintilla è scoppiata nel quartiere di Sidi Abbaz nella città di Bounoura , dove il famoso chiosco del caffè La Cabane è stato preso di mira da un gruppo di vandali e dato alle fiamme. Subito dopo decine di negozi sui viali principali di Ghardaia e nella città vecchia al vecchio mercato. Gli uomini della protezione civile non riescono far fronte agli incendi anche per la loro estensione nei due comuni di Ghardaia e Bounoura.
Colonne di fumo si alzano da tutti i quartieri verso il cielo, colonne che riflettono l’entità dei danno e della violenza. Ma ciò che più ha attirato l’attenzione dei cittadini è la totale mancanza di risposta delle autorità locali per la gravità della situazione. Già nei mesi di gennaio e febbraio più di quaranta abitazioni di civili sono stati dati alle fiamme. In tutti i distretti della città che dista 600 chilometri a sud di Algeri, si è inescata una spirale di violenza (che vede contrapposte la popolazione berbera, più vicina a Bouteflika, a quella islamista) che nessuno si aspettava. Il numero di agenti anti-sommossa è insufficiente non riescono a fronteggiare i violenti islamici e hanno già subito la perdita di venti unità ferite durante gli scontri.
Decine di feriti sono stati contati tra i giovani di entrambe le comunità, di cui due gravi che hanno avuto bisogno di cure mediche d’urgenza operazioni chirurgiche. Il picco delle violenze si è avuto venerdì dopo le preghiere nelle moschee. Dopo il termine delle funzioni religiose islamiche sono riprese le violenze che ha portato alla morte di tre giovani intorno ai trent’anni; case e negozi sono stati saccheggiati e dati alle fiamme, solo con l’arrivo di due squadroni di forze di polizia in tenuta antisommossa, che sono riusciti a separare le due fazioni, l eviolenze sono diminuite ma dopo che le squadre di polizia si sono assentate per sedare altri focolai di rivolta, la battaglia è ricominciata a Ghardaia.
Le autorità di Algeri hanno comunque inviato un alto numero di unità rinforzo alla polizia già presente e hanno ripreso il controllo in quasi tutta la città di Ghardaia interponendosi tra i quartieri berberi e quelli arabi. Intanto i giovani berberi si sono organizzati in squadre per proteggere le loro case, le loro famiglie e i negozi dei loro quartieri dalla violenza islamista
Gian Giacomo William Faillace