11.6 C
Milano
domenica, 29 Dicembre, 2024

#conosciiltuosguardo. PECCATO CHE SIA PECCATO?

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

di Angelo Portale

 

«Gli uomini, per timore della morte, sono soggetti a schiavitù per tutta la vita ad opera del diavolo».

Prendendo in considerazione la Lettera agli Ebrei, martedì ci eravamo lasciati con queste parole.

La prima domanda che ci facciamo è: in che modo il diavolo tiene schiavo l’uomo?

In altri contesti S. Paolo dichiara che lo tiene schiavo del\col peccato. Oggi quindi analizziamo il termine peccato. Cosa è il peccato? Il suo significato, nella lingua latina, è legato alle seguenti espressioni: “fare un passo falso, cadere in fallo”. Proviene da “peccus” cioè “ped-cus” che è derivazione di “pes” (piede) e “mancus” (monco, difettevole, manchevole). Nel greco invece è legato ad “amartia” (termine sportivo) e può significare “sbaglio il colpo mentre tiro verso il bersaglio”, oppure “prendere la strada sbagliata”. In ebraico invece è legato a “trauma”, quindi fare un peccato è generare un trauma a sé stessi e agli altri. Il trauma è una ferita.

Nella mentalità odierna il peccato è più inteso come una proibizione stabilita da Dio o dalla Chiesa allo scopo di soffocare la libertà individuale e frustrare il percorso verso il piacere (in questo caso confuso con la felicità) che ognuno ha il diritto di scegliersi. . Ogni riferimento al peccato va quindi rimosso e poiché dicono molti “ormai siamo nel XXI secolo” parlare di peccato sa di medioevo, di oscurantismo.

È vero che c’è modo e modo di parlare del peccato, la Chiesa ha le sue responsabilità, ma non possiamo nascondere la sua natura velenosa e quindi mortifera. Il peccato genera sofferenza e morte, sempre. Il problema è che non ne siamo consapevoli, soffriamo ma non ne prendiamo coscienza, oppure interpretiamo le nostre personali sofferenze e quelle dell’umanità, ricorrendo a chiavi di lettura che non hanno un vero riferimento antropologico. Il peccato frustra e interrompe il cammino dell’uomo verso la vera felicità. Purtroppo abbiamo gli occhi chiusi, o li chiudiamo appositamente per fare i nostri porci comodi, e più andiamo avanti più ci allontaniamo dal bersaglio, fin quando ci dimentichiamo che esiste un bersaglio da colpire, e le uniche risposte alla vita rimangono un certo nichilismo, il materialismo, l’edonismo. Quindi, visto che la vita non ha senso, evitiamo di farci la domanda e viviamo alla giornata in base a quello che sentiamo, in base a quello che ci piace, in base a quello che egoisticamente ci conviene.

Per oggi mi fermo qui. Senza presunzione, però, voglio che ci lasciamo con queste domande: come sta oggi il mondo? A che livello di felicità si trova l’umanità? Quanto sono rispettati i diritti dei più deboli? Realmente il peccato è un concetto oscurantista? Realmente parlare di peccato limita la nostra libertà? Ed infine: ma le problematiche odierne dell’umanità e di ogni singola persona, sono proprio cadute dal cielo così, come la pioggia, o possiamo rintracciare anche delle cause legate alla responsabilità dell’uomo e alla sua avarizia, vanità, superbia, invidia, accidia, egoismo, ecc.?

 

[continua nel prossimo articolo]

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img

1 COMMENT

  1. Grazie Angelo, l’egoismo ci porta ad essere quello di più sbagliato a questo mondo, non ci accorgiamo di chi ci vuol bene e ci sta vicino, sbagliamo e cosa grave pur sapendolo di fare perseveriamo, preghiamo prima x noi stessi e avere forza x non peccare più e poi x gli altri affinché anche loro si mettano nelle mani di Dio

Comments are closed.