di Angelo Portale
“Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Questo può essere il messaggio centrale del Vangelo di questa domenica.
Il termine cupidigia, in greco è pleonexia, vuol dire anche avidità, avarizia, bramosia non controllabile, bramosia insaziabile. Dall’avarizia deriva l’essere spilorci, tirchi, taccagni, venali, gretti, meschini.
Attenzione, Gesù non ha predicato una scelta sociologica e unilaterale a favore dell’indigenza e della miseria, ma a favore della libertà interiore nei confronti di ogni ricchezza, il distacco sano da tutto quello che ci appartiene; per non esserne schiavi, posseduti, incatenati.
La cosa può essere estesa anche agli affetti: per quanto importanti possano essere, nessuno ci appartiene totalmente e definitivamente. Tutto ha la sua importanza, nulla è assoluto. Tutto passa, tutti sono di passaggio, niente e nessuno resterà per sempre nostro.
Ogni ricchezza ha lo scoop di farci vivere dignitosamente, ma anche di renderci più liberi, più liberali e più generosi. Più abbiamo, più possiamo fare del bene.
Dove stai ponendo la tua gloria?
Il monito di Gesù dunque è solo e soltanto per la nostra serenità, affinché non viviamo nell’affanno e nell’ansia. La prima lettura, tratta dal libro del Qoelet, ci spiega l’importanza di questa “saggezza”: “Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa”.
Il rischio di cadere in questo atteggiamento c’è. Ne vale la pena? Vale la pena non sapersi godere le cose e gli affetti per mancanza di libertà interiore, per avarizia, per cupidigia?
É su questo che Gesù ci mette in guardia.
Il Salmo 89/90 afferma: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio”. Che vuol dire renderci conto che i nostri giorni sono “contati”.
Non è terrorismo psicologico ma visione realista delle cose: noi non siamo Dio, non abbiamo potere totale sulla vita. Possiamo imparare però la vera saggezza: “tutto è vanità”, dice Qoelet. Tutto è inconsistente come il vapore acqueo (vanità) se assolutizzato.
Tu cosa stai assolutizzando? Ti rendi conto che ogni volta che sei in ansia è perché stai assolutizzando qualcosa? O qualcuno?