di Angelo Portale
Questa domenica abbiamo il Vangelo in cui Gesù insegna il Padre Nostro ai suoi discepoli. Dopo averlo visto pregare, vogliono anch’essi pregare come lui. Chi pregava Gesù? Gesù pregava il Padre. Nel greco del Vangelo, il verbo usato per “pregare” è “proséuchomai”. Tradotto letteralmente, senza la preposizione pros, abbiamo qualcosa tipo: “Signore, insegnaci a dire ad alta voce e con sicurezza; insegnaci a supplicare, ad ottenere pregando, a desiderare, ad implorare”, ecc. La preposizione pros, tradotta, è: “presso, in vicinanza; dinanzi, al cospetto di; verso, dalla parte di”. Possiamo quindi parafrasare la richiesta dei discepoli con: “Signore, insegnaci come possiamo relazionarci con Dio Padre”. Essi infatti non stanno chiedendo di conoscere semplicemente delle formule per rivolgersi a Dio ma vogliono potersi relazionare con Lui allo stesso modo di Gesù. Questo hanno appena visto. Evidentemente ne sono rimasti profondamente colpiti e questo desiderano. Ed infatti Gesù risponde: “Quando pregate” che tradotto può voler dire: “Quando vi relazionate con Dio, dite con il cuore, sentendolo, Padre”. Cioè: “Quando vi rivolgete a Lui potete farlo sentendovi figli”. “Questo è L’unico modo per relazionarsi con Dio allo stesso mio modo”. Da tutto quanto detto risulta che: la preghiera/pregare, non è ripetere richieste o formule, ma relazionarsi. Pregare e relazionarsi. Pregare Dio vuol dire relazionarsi con Dio. Relazionarsi con Dio, sentendolo e sapendolo Padre, vuol dire che, se ho Lui come Padre, é Lui che mi ha “generato”; le mie radici sono “da Lui”, la linfa vera che mi tiene in vita é quella che viene da Lui. Ma come è possibile che, malgrado ciò, spesso siamo interiormente morti, senza vita, incapaci di amare, senza speranza, ecc.? Ci dev’essere senza dubbio qualcosa che non va nella nostra relazione con Lui. Domanda: sai capire come é la tua relazione con Dio Padre? Domanda: desideri una relazione con Lui allo stesso modo di Gesù? Lo desideri veramente? Se lo desideri veramente non ti resta che fare l’atto più autentico della tua vita: chiedere a Gesù la stesa cosa che hanno chiesto i discepoli e stravolgere la tua vita. Relazionarsi con Dio Padre, così come lo ha fatto Gesù, ti stravolgerà senz’altro la vita in positivo. Non è scontato volerlo, è più facile voler restare nella nostra zona dì comfort. Il biblista don Fabio Rosini fa un bellissimo paragone del volto che di Dio Padre rivela in San Giuseppe, parte terreno di Gesù. “Il volto di Dio è un volto di padre. E se il padre è colui che ci dà il nome, cioè colui che ci conosce e ci colloca nel mondo, è attraverso la relazione col volto del Padre che possiamo trovare la nostra verità. Insomma è attraverso il volto del Padre che io posso conoscere davvero me stesso e diventare capace di ricevere amore, di amarmi e quindi di amare. Il volto di Dio in Giuseppe appare splendidamente nel suo diventare invisibile. Il compito del padre non è risolvere i problemi ai figli, ma insegnare ai figli come risolverli da soli. In questo senso la meta del padre è diventare invisibile, privo di ogni forma di possessività. Dio ci dà fiducia, ci vuole liberi. A Dio possiamo dire di no, possiamo insultarlo… lo abbiamo persino crocifisso e lui ci ha amato lo stesso. Dio sa sparire mille volte dalla nostra vita per lasciarci liberi di tornare da soli. Senza libertà non c’è amore, non c’è nulla”.