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venerdì, 15 Novembre, 2024

#conosciiltuosguardo. CRISTO È IL VERO CIBO MA IO CHE NE FACCIO DI QUESTO CIBO?

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di Angelo Portale
L’uomo è un essere che ha bisogno di nutrirsi per vivere. È un bisogno essenziale. Se tale affermazione può risultare immediata da consapevolizzare, in riferimento al corpo, non lo è in riferimento allo spirito. L’uomo non è solo e tutto corpo. Egli è uno «spirito incarnato» (cfr. il filosofo Ramon Lucas Lucas). Essendo quindi anche spirito ha bisogno di nutrire il suo spirito. Di fatto, in qualche modo, lo fa sempre, ma spesso lo fa senza consapevolezza. Si accontenta quindi di mangiare ogni sorta di cibo, purché la fame spirituale si spenga. Egli delle volte mangia per nutrire il suo spirito che ha fame, che ha dei buchi neri abissali, ma non si rende conto di avere tale fame. Mangia e basta, senza sapere di mangiare, senza sapere che cosa sta mangiando. Così capita che diventa un divoratore di tutto ciò che per qualche istante e in modo immediato gli riempie il vuoto che sente. Sì, perché egli dentro di sé porta un vuoto, benedizione e maledizione allo stesso tempo. È un vuoto abissale con due origini e due destinazioni. Un vuoto dal quale provengono desideri e bisogni autentici o dal quale provengono desideri e bisogni malvagi ed egoistici. È un vuoto che ad un certo punto si biforca o verso l’inferno o verso il paradiso. Il filosofo e teologo Andrea di Maio lo chiama «L’abisso dei doppi pensieri». È quel luogo del quale Gesù nel Vangelo dice: «Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!». Siamo quindi nel luogo del cuore, dimensione spirituale\volitiva che per quanto possiamo conoscere e analizzare rimane sempre un mistero.
Il cuore vuole, desidera, ha fame, ha bisogno di nutrirsi, così come si nutre la mente e così come viene nutrito il corpo. Ma cosa gli diamo da mangiare? Anche a livello spirituale e non solo materiale noi «siamo il nostro cibo», cioè diventiamo quello che mangiamo!
Questa domenica Gesù si propone come pane del cielo, come cibo che sazia e come cibo di un’altra dimensione, non materiale. Dice anche che questo pane è «pane vero» e che oltre a discendere dal cielo «dà la vita». Questo pane è lui stesso: «Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Ora è verissimo e di fondamentale importanza che questo pane noi lo riceviamo concretamente nell’Eucarestia e in altri modi con gli altri sacramenti ma forse questa è prova provata di uno stile di vita cristiano? Assolutamente no!
Mangiare Cristo significa diventare come lui. E di cosa si nutriva Cristo? Il cibo di Cristo, cibo che lo saziava, cibo che egli stesso ha menzionato, era fare la volontà di Dio: «Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio». Se ognuno diventa ciò che mangia, possiamo dire che «Gesù è la volontà di Dio». Questa definizione ha innumerevoli aspetti e dimensioni da meditare…
Se nonostante il mio nutrirmi fisicamente del corpo di Cristo, di fatto non divento “volontà-di-Dio”, vuol dire che in me l’Eucarestia non sprigiona la sua grazia, non manifesta i miei effetti. Vuol dire che non mi sto nutrendo in modo onesto. C’è qualcosa che non va … Spesso ci soffermiamo fin troppo ad analizzare alcuni aspetti della vita degli altri, se uno è sposato o divorziato o convivente … ma chi conosce il cuore è solo Dio. Ci sono persone che purtroppo non hanno la possibilità di fare la comunione ma la loro vita è espressione bellissima della volontà di Dio, espressione di amore misericordioso, di altruismo, di comprensione, di empatia, di dono, di fede. Nessuno quindi abbia la pretesa di definirsi “molto cattolico”, “molto credente”, “molto cristiano” se dentro la carità di Cristo non lo spinge all’amore verso gli altri nel modo in cui Egli stesso ci ha amato.
Sono cristiano se amo come Cristo non se parlo bene o scrivo bene di Lui. Sono cristiano se faccio la volontà di Dio non se sono bravo a dare consigli agli altri su quale è la volontà di Dio.

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1 COMMENT

  1. Molto cristiano “molto cattolico”, “molto credente”, è come dire credo molto o credo poco. Il credo è uno, il molto o il poco porta o ateismo o fanatismo religioso.

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