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giovedì, 19 Dicembre, 2024

Condanne ingiuste: la gogna mediatica

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di Stefano Sannino

Dal XVII secolo in avanti, parte della filosofia occidentale ha cominciato ad interessarsi del cosiddetto giusnaturalismo, ovverosia lo studio e l’analisi delle leggi di natura, quelle leggi stabilite dalla nostra stessa esistenza e traslate poi anche in quella che viene definita la società civile.

Da quel preciso momento in avanti, ci si è sempre di più dedicati all’analisi della legge, intesa tanto come qualcosa di derivazione divina quanto come qualcosa di stabilito dall’uomo. Per secoli, uno dei cardini della legge è stato il ramo esecutivo, sopra il quale spicca la funzione della magistratura, che si occupa – appunto – dell’applicazione della legge stessa.

Un’inversione di tendenza pericolosa

Eppure, nonostante questi cardini siano da sempre radicati nella nostra società, oggigiorno si è assistito ad un’inversione di tendenza. Tutte quelle battaglie sociali (giustissime) come quelle per la parità dei diritti tra uomini e donne, sono andate ad incidere fortemente sulla concezione che abbiamo dei diritti e dei doveri, ma anche sull’idea di colpa, in particolare per quanto riguarda l’accusa di violenza sessuale.

Una gogna mediatica favorita dalla diffusione dei social media

Un atto riprovevole, condannabile per legge, che tuttavia modernamente forte anche dell’avvento dei social media si è trasformato in un reato che non necessita di verifica alcuna da parte della magistratura e che dunque può essere applicato da chiunque verso chiunque con un semplice post.

Questa gogna mediatica, favorita dalla diffusione mondiale di determinati temi tramite i social media, sta rovinando le carriere di numerosi professionisti che vengono accusati – moltissime volte senza prove – per ripicca, o per altro scopo ignoto.

Basta un click

La rete, condanna quindi l’accusato, senza attendere la verifica degli enti competenti e dimenticando dunque tutto l’apparato legislativo su cui la società moderna invece si fonda. Tanto è il potere dei social media e delle accuse pubbliche, che nessuno ne è esente, chiunque può esserne colpito: basta un click.

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