Ci giunge notizia dell’ennesimo caso di disinformazione per mano degli antivaccinisti. Da qualche anno, come già abbiamo avuto modo di dire, circola una diceria secondo la quale vaccinare i bambini li porrebbe a rischio di terribili malattie come l’autismo.
Partito dall’Inghilterra, il movimento antivaccinista prese le mosse da uno “studio” di un medico inglese che, a detta dell’autore, avrebbe dimostrato la connessione tra il vaccino trivalente e l’insorgere di autismo nei bambini. Il mondo scientifico smentì la tesi nel giro di ben poco tempo e ulteriori indagini svelarono l’intento truffaldino dello studio. I dati erano stati modificati ad arte, su richiesta (e pagamento) di due avvocati che intendevano usarlo in un processo contro una casa farmaceutica.
La notizia, però, era ormai circolata in rete e i creduloni che cascavano in questa bufala aumentavano a vista d’occhio. Oggi i danni sono evidenti. Sempre meno bambini vengono vaccinati e ci sono già state vittime: bambini morti di malattie che si ritenevano ormai sconfitte, malattie che si sarebbero tranquillamente evitate con il vaccino.
Veniamo al caso odierno. Loris Mazzorato, sindaco di Resana, in provincia di Treviso, ha deciso di distribuire un fascicolo sui presunti pericoli dei vaccini a tutti i genitori che registrano all’anagrafe la nascita di un bambino.
Il fascicolo, di ben ventitré pagine, riassume il materiale raccolto dal CO.R.VE.L.VA (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni), un’associazione di volontari che non ha nessuna attendibilità medica o scientifica e nessun riconoscimento.
E anche se l’avesse, non è compito del municipio e del sindaco diffondere questo tipo di “informazione”. Esistono le ASL, dove i genitori possono trovare tutte le informazioni (quelle corrette) che vogliono. Se poi il materiale diffuso puzza di complottismo, la sua diffusione diventa addirittura scandalosa. Certo, vista l’appartenenza del sindaco alla famigerata setta di Scientology, che si basa su tecniche di pseudo-psicologia a buon mercato e cavolate varie da fantascienza di serie Z, questa mossa non stupisce. Resta comunque il fatto che nessun amministratore pubblico dovrebbe poter usare le istituzioni per scopi propri e ideologici. Soprattutto quando queste idee possono mettere a repentaglio la vita dei bambini che, non essendo vaccinati, possono essere contagiati da malattie anche molto pericolose. Malattie come la poliomielite sono scomparse dai paesi occidentali grazie ai vaccini, ma sono sempre pronte a tornare e a fare danni gravi. Vogliamo questo per i figli della nostra Italia? La cosiddetta “libertà delle vaccinazioni” è un rischio altissimo, che metterebbe in pericolo non solo i bambini non vaccinati per scelta dei genitori, ma anche quelli che non possono essere vaccinati per problemi di salute vari e che non potrebbero più essere protetti dalla “immunità di gregge”, quel meccanismo che impedisce ai non vaccinati di contrarre una malattia perché, essendo tutti gli altri vaccinati contro di essa, nessuno può trasmetterla loro. Meccanismo che, però, funziona solo se quasi tutta la popolazione è vaccinata.
Il tema dei vaccini pone un interrogativo etico pressante. Può un genitore per motivi ideologici o religiosi mettere a rischio la vita del proprio figlio? Può un genitore non vaccinare un figlio mettendolo a rischio di malattie anche gravi solo perché crede a qualche sciocchezza infondata letta in rete? O forse è compito della collettività, attraverso le leggi dello stato, tutelare i bambini dall’imbecillità dei loro stessi genitori? Un interrogativo che le istituzioni non possono più procrastinare visto che il complottismo e l’ignoranza sembrano conquistare sempre più la politica e il potere. Il sindaco di Resana non è il primo politico a sostenere tesi del genere. Basti ricordare le dichiarazioni di Paola Taverna, parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha insinuato che i vaccini servono più agli affari delle case farmaceutiche che alla salute delle persone.
Il sindaco di Resana dovrebbe essere rimosso dal suo incarico per aver abusato del suo potere per diffondere le sue idee, mettendo in pericolo la salute pubblica. Ma non accadrà, perché la responsabilità da noi non è un valore e si permette tutto in nome di una falsa “libertà di opinione” che confonde la libertà con la mancanza di regole e di serietà.
Per quanto ancora la politica italiana viaggerà in questa palude di mancanza di etica e di credibilità?
Enrico Proserpio