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venerdì, 22 Novembre, 2024

Come raggiungere un sonno di qualità

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Il 10% della popolazione soffre in modo persistente di insonnia e disturbi respiratori che provocano russamento e apnee del sonno colpiscono più di 4 milioni di italiani (4% degli uomini e il 2% delle donne) di età compresa tra i 30 e i 60 anni.
I disturbi del sonno sono molteplici, insidiosi e spesso sottovalutati. Il sonno è un’importante fonte di salute, necessaria all’allineamento di tutte le funzioni dell’organismo.
Come fare allora affinché il sonno sia davvero ristoratore?
Per questo dobbiamo affidarci a un ormone straordinario nella regolazione del network Pnei: la melatonina.
La melatonina è uno degli ormoni più interessanti di cui si sia occupata la fisiopatologia negli ultimi decenni. La sintesi e il rilascio della melatonina, ormone scoperto nel 1958, è soggetta a un andamento ritmico con un picco di attività tra le 2 e le 5 del mattino.
La sintesi della melatonina avviene nella ghiandola pineale, nel midollo osseo, nelle gonadi e nell’intestino a partire dal triptofano, un amminoacido essenziale trasportato nel sangue e convertito in serotonina che viene acetilata dall’enzima N-acetiltransferasi e metilata a melatonina dall’enzima Idrossindol-O-metiltransferasi.
Lo stimolo simpatico aumenta la sintesi di melatonina. La più studiata azione della melatonina è di tipo immunitario, mentre più noto è l’effetto di regolazione del sonno. In particolare, promuove la funzione TH1 utile nel proteggerci da virus e cellule tumorali. Storicamente, per questo motivo, la melatonina è stata anche associata alle vaccinazioni proprio per migliorare l’attecchimento dei vaccini. E ne è stata anche valutata l’utilizzazione in senso oncologico.
Vorrei innanzitutto ricordare che la frequente utilizzazione della melatonina in quantità ponderale (1-5mg), soprattutto per ottimizzare la qualità del sonno (azione per la quale la melatonina è particolarmente nota), potrebbe rivelarsi in realtà soppressiva sulla funzione della ghiandola.
A questo proposito, sempre maggiore interesse sta riscuotendo la somministrazione di ormoni diluiti secondo i principi delle terapie low dose.
La sintesi di melatonina, come accennavamo, raggiunge il suo picco di notte, tra le 2 e le 5 del mattino. Numerosi studi effettuati sulla sindrome da stanchezza cronica (CFS o Chronic Fatigue Syndrome) e sulla sindrome da stanchezza cronica con immunodeficienza (CFIDS o Chronique Fatigue and Immuno Deficiency Syndrome) evidenziano un dato singolare ovvero che i pazienti affetti da stanchezza cronica mostrano, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, una alterata funzione dell’epifisi che rende l’insonnia da risveglio precoce una ulteriore problematica della stanchezza cronica stessa.
Vorremo sottolineare, a tale proposito, che nella terapia in chiave Pneisystem la melatonina è un rimedio efficace (in low dose!) soprattutto nelle insonnie caratterizzate da risveglio precoce mentre, per le difficoltà all’addormentamento, sarebbe più opportuno utilizzare una low dose di serotonina, neurotrasmettitore che ripristina  l’equilibrio tra neuroni sincronizzanti e neuroni desincronizzanti implicati nel ritmo sonno-veglia.
Il triptofano, aminoacido precursore della serotonina, è contenuto nel latte. Molte sono le persone che scelgono di bere un bicchiere di latte caldo andando a dormire e una delle motivazioni potrebbe proprio essere questa.
Un’adeguata sintesi di melatonina sarebbe anche alla base del reset immunitario notturno.
La melatonina svolge un ruolo importante nella sfera sessuale e nella riproduzione.
Storicamente, veniva utilizzata una semplice strategia, ovvero, dormire a luce accesa per ripristinare l’ovulazione sia negli esseri umani sia negli animali. Lo scopo era evidentemente quello di inibire l’attività notturna dell’epifisi. L’attività dell’epifisi infatti, viene modulata dall’esposizione alla luce. Un’interessante relazione tra i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo e la ghiandola pineale si configura in funzione dei ritmi luce-buio.
I nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo infatti sono stazione serotoninergiche e vengono attivati dalla luce diurna, quindi, d’estate aumenterebbe il tono serotoninergico con parallela riduzione del desiderio di assumere zuccheri e carboidrati. Nei mesi invernali, soprattutto nei paesi lontani dall’equatore, l’attività dei nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo sarebbe depressa  a favore di quella dell’epifisi. E questo è uno dei motivi per cui l’amenorrea sarebbe più frequente d’inverno e nei paesi freddi.
Importante la correlazione tra melatonina e stress elettromagnetico. I frequenti cambiamenti di fuso orario ai quali sono sottoposte le hostess e in generale gli operatori di volo, sarebbero alla base delle  anomalie del ciclo mestruale.
Lo stress elettromagnetico contribuisce fortemente alla disregolazione dell’epifisi. Viaggiatori abituali (e persone che si servono spesso di aerei e/o di treni ad alta velocità o che lavorano alla manutenzione di cavi elettrici, nei centri commerciali, i cineoperatori e tutti coloro che, ahimé, vivono immersi in gabbie elettromagnetiche create da pc, cellulari e tablet) potrebbero considerare l’assunzione quotidiana di 10 gocce di melatonina low dose 4CH.
 

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