Di Roberto Donghi
Le volpi a guardia del pollaio, se solo non fosse che in questo pollaio ci sono i diritti umani del mondo intero.
Nella giornata di Martedì 14 Ottobre, si sono svolte le elezioni per il Consiglio dei Diritti Umani (UNHRC) organo delle Nazioni Unite che ha come scopo il vigilare sul rispetto e sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.
L’elezione, che ha avuto come vincitori la Costa d’Avorio, Gabon, Malawi, Senegal, Nepal, Pakistan, Uzbekistan, Ucraina, Bolivia, Messico, Francia e Gran Bretagna, ha visto anche la vittoria dei tre paesi tra i più sospettati di violazioni in ambito di diritti umani.
A garantire che nel mondo i diritti di libertà, espressione ed uguaglianza saranno tollerati, ci penserà la Russia, che fa sparire i medici dell’emergenza covid, la Cina che violenta la libertà di Hong Kong e deporta chiunque osi desiderare una vita diversa da quella imposta dal governo “popolare” e Cuba, una proprietà personale dei Castro con 5 giornali attivi e tutti in mano al partito comunista.
Un fatto che mostra sempre più la poca credibilità dell’organo di vigilanza e che sminuisce l’importanza dei diritti umani nel mondo, diritti fondamentali che ogni giorno vengono calpestati con disprezzo da dittature mascherate da repubbliche.
Un fatto che è un’infamia verso chi ogni giorno soffre sotto il giogo della tirannia mentre l’Europa non fa blocco per evitare tale risultato e nemmeno condanna le azioni di quei paesi.
Ma se diritti e principi valgono solo sulla carta, perché continuiamo a mantenere queste strutture sovranazionali? La risposta sono i soldi e la brama di potere.