di Martina Grandori
Ancora una volta è la globalizzazione a portarsi sulle spalle un ennesimo fardello, stavolta la progressiva scomparsa di molte varietà del cibo per via di un’agricoltura massificata. Ne parla lo studioso e illustre giornalista della BBC Dan Saladino, nel suo Eating to Extinction indagando su cibi e ricette a rischio d’estinzione semplicemente perché quegli alimenti non sono più reperibili, colpa delle colture intensive che stanno facendo enormi danni. L’omologazione è la causa, Dan Saladino ripercorre un interessantissimo viaggio in quei luoghi del mondo dove il legame uomo-terra-cibo è ancora predominante, dove la diversità, la stagionalità resiste ma è in via d’estinzione. Un itinerario globale alla ricerca di quelle realtà di persone che continuano a coltivare, foraggiare, cacciare, cucinare e consumare ciò che il resto del mondo globalizzato ha dimenticato o non sa nemmeno che esista. Vedi il miele selvatico raccolto dal popolo Hadza tra le popolazioni più primitive che abitano il nostro pianeta, discendenti diretti dell’Homo Erectus, che vive nella Tanzania del Nord, e la cui dieta è fatta di ottocento piante e animali diversi, capace di comunicare con gli uccelli per individuare i nidi delle api. Ovviamente un contesto così particolare è l’eccezione, nessun uomo occidentale mangia 800 varietà di cibo, ma è anche vero che le monocolture, espressione della democratizzazione del cibo, di quel poter accedere, ad esempio, alla frutta tropicale tutto l’anno a discapito della diversità, stanno innescando un enorme problema, basti pensare alla siccità, alle emissioni. Quel cibarsi – solo apparentemente – di molte varietà di cui l’uomo occidentale è convito, non è la realtà. Oggi le varietà di semi presenti in tutto il mondo appartengono a quattro multinazionali che producono solo quello che vogliono loro; la varietà di formaggi è in mano ad enzimi e batteri provenienti da un’unica società al mondo, dicesi globalizzazione, dicesi ricchezza e potere nelle mani di pochissime industrie. Ritornare al cibo autoctono? In Eating to Extinction è la diversità l’atteggiamento da adottare a tavola per salvarsi dall’estinzione dei cibi. Internet in questo senso è un volano, si trovano a tempo di click produttori, associazioni, canali di vendita che promuovono una filiera sostenibile .