di Susanna Russo
Nata a Milano nel 1974, laureata con lode all’università statale di Milano, è avvocato e consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano; in quanto tale ha creato il primo organismo di composizione della crisi della città di Milano, si è occupata dei protocolli siglati con le istituzioni nell’ambito delle amministrazioni giudiziarie, della lotta all’usura e dell’efficienza delle procedure esecutive, portando, all’interno dei relativi tavoli di lavoro, i temi del Sovraindebitamento e dell’insolvenza civile. È da sempre impegnata nella politica forense nei Congressi Nazionali come delegata e firmataria di varie mozioni. È inoltre autrice di pubblicazioni in materia di Sovraindebitamento. Presente e attiva in molte battaglie in favore dell’avvocatura, come categoria di essenziale utilità sociale.
Dopo aver militato per anni in Alleanza Nazionale, dal 2012 è schierata al fianco di Giorgia Meloni. Si candida alle prossime Amministrative di Milano per la lista di Fratelli d’Italia.
Quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad entrare attivamente nel panorama politico milanese?
«Dopo due mandati da consigliere dell’Ordine degli Avvocati, in cui mi sono spesa per tutelare i diritti dei più fragili fino alla creazione del primo Organismo di composizione della crisi di Milano, ho deciso di fare un passo ulteriore: la situazione sociale nella nostra città, specie dopo la crisi legata alla pandemia, è allarmante ed è per me, da professionista, un dovere mettere in campo la mia esperienza e le mie competenze per provare ad affrontarla e risolverla. Con Fratelli d’Italia, a cui ho aderito fin da subito nel 2012 dopo anni di militanza in Alleanza Nazionale, ho la possibilità di mettermi concretamente al servizio dei cittadini e di farlo in una realtà di cui condivido in pieno i valori!»
Quali sono le priorità e gli obbiettivi che vi siete prefissati per l’Amministrazione del capoluogo lombardo?
«Lo osserviamo tutti i giorni nelle cronache e per le strade della nostra Milano: sicurezza, viabilità e decoro sono i punti su cui ridipingere il biglietto da visita di una città ormai abbandonata al degrado e alla violenza. Il valore profondo della bellezza, unita alla necessaria costante manutenzione delle opere pubbliche, sono poi per me di grandissimo valore: non soltanto simbolico o d’immagine, ma anche culturale ed etico. Di più: la sinistra ormai da tempo ha deciso di occuparsi soltanto dei privilegiati o di chi tutto sommato sta bene: è una “sinistra ZTL” che con le proprie pessime scelte ideologiche ha aumentato le differenze sociali e ha negato a Milano la sua tradizionale caratteristica di città dalle mille opportunità. Perciò, vogliamo garantire a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, senza il terrore di uscire di casa e senza la paura di non arrivare a fine mese: un grande lavoro andrà fatto, per quanto riguarda quest’ultimo punto, sul rilancio del mondo del lavoro e la tutela degli “ultimi”.»
Quali sono state, a suo parere, le pecche dell’amministrazione precedente?
«Indicare i temi su cui il centrosinistra ha fallito significherebbe ripetermi: insicurezza, degrado e viabilità distrutta sono i frutti amari di dieci anni di cattiva gestione. Ma voglio fare un passo ulteriore: la grande pecca di Sala e della sua giunta, in questi cinque anni di grave immobilismo, è legata non soltanto a ciò che è stato fatto (o, meglio, che non è stato fatto), ma anche e soprattutto all’atteggiamento tenuto. Penso ai troppi interventi fatti a spot, privi di una visione verso il futuro cui dovrebbe invece proiettarsi una città come Milano, e mossi soltanto dalla volontà di strizzare l’occhio a questo o a quell’altro ambiente della sinistra radicale e radical-chic: il problema ignorato dei centri sociali e delle occupazioni abusive, le ciclabili date in pasto a chi parla di “green” senza però saperlo realizzare in maniera vincente, le politiche pseudo-ambientaliste soltanto di facciata, per non parlare di M4 che doveva partire a luglio ed è invece ancora immobile… cinque anni, tanta pubblicità ma pochissima concretezza.»
Quali sono i suoi pronostici per queste amministrative?
«Tra i milanesi si respira la voglia di cambiamento: lo leggiamo sui giornali ma soprattutto lo sentiamo ogni giorno, nei mercati e ai nostri banchetti spesso pieni di cittadini che ci chiedono il massimo impegno per “liberare” la città da chi l’ha mal governata in questi dieci anni. E anche Luca Bernardo, a dispetto della sua scarsa fama, sta piacendo: molti lo ricordano come un ottimo pediatra, e sono certa che saprà prendersi cura della nostra Milano. Senza dimenticare che per lui stanno “correndo” centinaia di candidati pronti a spendersi fortemente per rilanciare la città.»
Quali sono, secondo lei, le principali motivazioni che spiegano l’importante ascesa di FdI in questi ultimi mesi?
«Da un lato c’è Giorgia: la sua storia, la sua coerenza, la sua capacità di rispondere alle necessità degli italiani e soprattutto la sua instancabile voglia di migliorarsi. Dall’altro, però, c’è una comunità nazionale che è composta da parlamentari, dirigenti e militanti che fin da ragazzini – ed è la mia storia, come quella di tanti altri amici come l’on. Paola Frassinetti e l’on. Carlo Fidanza – hanno intrapreso questa strada e si sono formati nella politica e nella vita. E poi, come dimostra il grande interesse attorno a Fratelli d’Italia, c’è la capacità di attrarre ed aprirsi a nuovi mondi e alla quelle parti di società civile che arricchiscono un partito dall’identità sempre chiara e forte come il nostro.»
Aprendoci anche su piano nazionale: come valuta il tentativo di una federazione portato avanti da Lega e Forza Italia e la confermata astensione da parte del leader del suo partito?
«La storia recente della politica italiana ci insegna che le differenze interne vanno tutelate, o si rischia di appiattirsi in un gioco al ribasso che poi finisce per scontentare tutti. Il centrodestra è composto da diverse anime che però, sui temi fondamentali, hanno sempre dimostrato di sapersi trovare: a Milano, ad esempio, la scelta di correre insieme non è nemmeno mai stata in discussione, perché ci accomuna una volontà ed una visione che vanno oltre ogni freddo calcolo politico. Fa bene Giorgia a respingere le avances e difendere ciò che in questi anni siamo riusciti a costruire contro l’aspettativa di (quasi) tutti!»