La famosa rivista “The New Yorker” riporta un curioso episodio accaduto al fondatore di Microsoft, Bill Gates.
Sembra, infatti, che Bill Gates, che si è assegnato recentemente il ruolo appositamente creato per lui di consigliere per le tecnologie, il primo giorno di lavoro abbia cercato di installare sul suo computer il sistema operativo Windows 8.1.
E’ stato un giorno difficile, mal gliene colse, in quanto Gates durante processo di installazione ha ricevuto più volte un messaggio di errore che lo informava che il suo Pc incorreva in un problema che non poteva essere risolto e per il quale era necessario il riavvio. La faccenda è andata avanti tutta la mattina senza risultati apprezzabili e, dopo pranzo, è intervenuto il nuovo C.E.O. di Microsoft, Satya Nadella, nel tentativo di aiutare Gates nell’opera, ma senza successo.
Una fonte riferisce che mentre i due uomini, rinchiusi nella stanza, tentavano di portare a buon fine l’impresa, la situazione che si era creata, era piuttosto tesa. Si racconta anche che Bill, di solito piuttosto calmo e serafico, abbia perso queste sue caratteristiche e che si siano udite uscire dalla sua bocca parole poco consone e non abituali.
Alla fine, un portavoce, ha commentato che il primo giorno di lavoro di Gates è stata una esperienza istruttiva e che, per il momento, il fondatore sarebbe tornato ad usare Windows 7.
Esprimiamo soddisfazione per quanto accaduto, perché questa volta il Sig. Gates ha potuto toccare con mano la qualità dei suoi prodotti. Microsoft, al pari della Fiat, ha la tendenza a farsi pagare molto, in rapporto alla qualità e di riversare i costi di sviluppo sui suoi clienti. Infatti, vengono rilasciate normalmente innumerevoli patch e update, dopo l’uscìta di un nuovo prodotto, per metterlo in condizioni di funzionare almeno decentemente. Windows è un sistema operativo adatto, al limite (ma anche su questo avremmo da ridire) per grandi aziende, che possono permettersi di pagare tecnici per farlo funzionare. Per tutti gli altri non ha alcun senso, poiché porta con sé una serie di costi e di rischi di dati persi secondo noi inaccettabili per l’utente medio.
Auspichiamo, quindi, che dopo questa istruttiva esperienza da parte del fondatore, finalmente anche Microsoft si decida ad elevare la qualità dei propri prodotti, non riversando sui propri clienti costi e rischi che non competono loro.
Intanto, noi ci teniamo stretti Mac OS X… .
Fabio Ronchi