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venerdì, 22 Novembre, 2024

C’È LA FIDUCIA AL GOVERNO, MANCA LA FIDUCIA A DRAGHI

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di Abbatino
Non può essere passata inosservata la pervicacia con la quale Draghi ha chiesto la fiducia in parlamento in questi ultimi giorni. Quattro forse, cinque volte, si è tastato il polso della maggioranza per vedere chi rispondeva all’appello. È così che si vede l’attaccamento al governo e la forza di un esecutivo arcobaleno, che già dalla sua definizione calza bene anche come esecutivo minestrone. Ogni volta i provvedimenti sono passati. È ormai prassi consolidata: la questione di fiducia viene posta dall’esecutivo quando i numeri rischiano di non esserci. Ma se in parlamento l’unica forza di opposizione ha, poco piùn poco meno, cinquanta deputati eletti è chiaro che anche i più incerti si sentono autorizzati a sfilarsi. Così è accaduto per i ribelli leghisti che, specialmente sul decreto cosiddetto del Green Pass obbligatorio, hanno fatto mancare il loro voto per i più disparati motivi. Un mini strappo che rappresenta un segnale, quello di una certa insofferenza verso Draghi e la presenza al governo del carroccio che perde pezzi e rischia di non trovarsi più forte come prima. Complice il semestre bianco, queste avvisaglie non avranno seguito, ma è un fatto che il governo nominalmente ha Draghi e sostanzialmente ha un centro sinistra allargato a Forza Italia e Lega. Difficile arginare il dissenso nella lega sempre più in calo di consensi, almeno se guardiamo ai sondaggi. Se questa scintilla non viene spenta subito potrebbe diventare un fuoco e poi un incendio, poiché da un lato governare non è mai semplice, dall’altro farlo con il PD e i Cinque Stelle spesso diventa quasi impossibile. Salvini, occhio alla penna.

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