di Marzio Milord
È buffo come un ex imprenditore, ex ingegnere, ex editore, che nella sua vita ha fallito in tutto, sentenzi continuamente dal pulpito di programmi di sinistra, contro chi ce l’ha fatta: stiamo parlando di Carlo De Benedetti. Olivetti, Banco Ambrosiano, Gedi, altre piccole avventure sono finite sempre malissimo e sempre salvate da una giustizia non sempre giusta, ma di parte. La sua. Il picco d’inconsapevolezza e di scellerataggine, lo si è raggiunto quando, pochi giorni fa, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7, l’ex di tutto Carlo De Benedetti ha sprolippiato su Silvio Berlusconi, la politica, l’economia e di tutto un po’: ha detto che se il Cavaliere diventasse Presidente della Repubblica restituirebbe il passaporto; proprio lui che ha la cittadinanza svizzera, il cuore a sinistra ma il portafoglio a destra. Lui che ha lucrato da sempre su commesse allo Stato italiano, lui che è debitore di Monte dei Paschi di Siena per 600 milioni di euro e che se li restituisse salverebbe la banca dal fallimento, lui che dal lodo Mondadori ha ricevuto una cifra doppia del valore dell’affare (speriamo che l’Europa sentenzi presto che la Mondadori possa riavere tutti i soldi che le sono stati ingiustamente tolti), lui che ha rapporti pessimi con i figli, lui che continua a denigrare una persona come Silvio Berlusconi, la quale nella sua vita ha dato e dà da mangiare a decide di migliaia di persone, i figli e i nipoti sono la sua vita, non è mai fallito e anzi investe tempo e soldi in Italia e in Europa per far crescere le proprie azienda, e non solo. Senza tanti giri di parole, sta proprio qui la differenza tra il meglio del Bel Paese (Silvio Berlusconi) e il peggio dell’Italia (Carlo De Benedetti).
Purtroppo, i media italiani ed internazionali, ci fanno vedere una ragazza di poco più di 18 anni impegnata nella battaglia per il clima e contro l’innalzamento della temperatura globale; peccato che la “Gretina Internazionale” diffonda messaggi non poco sbagliati. Oggi, a Glasgow, sembra di essere ad un rave party, ragazzi che urlano, ragazze con i capelli sudici che fumano non si sa cosa, la povera Greta che parla con un microfono con sopra la mascherina e che ripete lo stesso mantra da un anno a questa parte. In tutto ciò, una domanda niente affatto banale sorge spontanea: ma questa svedesina, a scuola quando ci va? E i suoi adepti che la seguono in tutto il mondo? La scusa delle continue manifestazioni per non andare a scuola è un cattivo esempio per i ragazzi di tutto il mondo. Greta Thumberg non deve essere presa come esempio, perché non lo è ma anzi inneggia spesso alla violenza verbale ed è oggettivamente poco costruttiva nelle azioni. Ha pur sempre 18 anni, poca esperienza e tanta pochezza. Bello e legittimo manifestare contro questo clima impazzito, ma la scuola esiste, l’insegnamento per i ragazzi deve essere portato avanti, nella vita quotidiana non ci sono solo i problemi legati alle temperature terrestri. Consola il fatto che Greta ha sèguito solo su ragazzi che la pensano (politicamente) come lei, gli adulti di tutto il mondo non se la filano, i grandi della terra idem, Russia\India\Cina non sanno neppure chi sia e che il fenomeno Thumberg presto si sgonfierà perché molti capiranno che queste delicatissime battaglie non si fanno gridando contro i potenti, con una birra in mano, strafatti di cannabis, ma avendo un approccio positivo e non da ragazzini ultraviziati (e parecchio fortunati).