di Roberto Donghi
Poco più di quaranta giorni, è questo il tempo di vita che rimane all’app TikTok negli Stati Uniti d’America.
Famosa per i suoi particolari e talvolta imbarazzanti balletti, l’app ha raggiunto in pochissimo tempo una fama globale, lanciando una sfida ai contenuti Instagram; TikTok o Douyin, come viene chiamata in patria, è un’applicazione cinese sviluppata dalla ByteDance, entrata nel mirino dell’amministrazione Trump per motivi di sicurezza pubblica.
È infatti parere del governo americano che TikTok offra al Partito Comunista Cinese accesso ad informazioni personali e riservate dei cittadini americani, parere che ha spinto il presidente Donald Trump a firmare due ordini esecutivi per impedire ad ogni cittadino americano un qualsiasi tipo di transazione con Bytedance.
La decisione, che potrebbe anche coinvolgere Wechat, app diffusissima tra i cittadini cinesi in patria e all’estero e che compone la comunità internet più numerosa al mondo, ha lasciato “sconcertata” ByteDance, la quale ha dichiarato che questi ordini esecutivi potrebbero mettere a rischio la fiducia delle imprese globali nell’impegno americano al rispetto dello stato di diritto.
L’unico modo che i TikTokers americani avranno quindi per continuare a postare i propri contenuti, è quello che Microsoft rilevi l’app; se entro 40 giorni l’azienda americana avrà fallito nel negoziato, TikTok avrà finito di esistere. Un fine vita che obbligherà Apple e Google a rimuovere TikTok dai propri appstore, cosa che renderà più difficile la loro appetibilità sul mercato cinese, soprattutto nel caso in cui il bando dovesse colpire effettivamente anche Wechat.
In un mondo che ha visto i missili ed i soldati oramai sostituiti dai dati sensibili, consentire ad un’app indirettamente controllata da un partito che a sua volta blocca i contenuti occidentali non graditi, di accedere alle nostre informazioni personali, può rivelarsi fondamentale in una nuova guerra fredda che sta sorgendo sempre più evidentemente tra Est ed Ovest, nonostante il rischio di ritorsione per Trump sia davvero altissimo.
La superficialità della massa, poco disposta a comprendere le strategie globali e ben più felice di cimentarsi in esibizioni svolte in stretti bikini o pettorali, e l’impossibilità delle aziende americane di vendere o comprare spazi pubblicitari sull’app potrebbero rivelarsi dannose per un presidente che ha fatto della lotta al softpower cinese la propria crociata politica.