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sabato, 16 Novembre, 2024

BUONA COME IL PANE: LA BIRRA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE SI FA RECUPERANDO PAGNOTTE E BAGUETTE

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di Martina Grandori

 

Ogni anno, a fotografare la diffusione di nuovi prodotti dell’industria alimentare è TuttoFood, convegno internazionale dedicato al comparto enogastronomico, che quest’anno si svolgerà a FieraMilano dal 17 al 20 maggio 2021. Fra le anticipazioni dei food trend 2021, le birre derivate dagli scarti del pane, un filone tutto italiano, che esiste dal 2020, ma che si sta affermando sempre di più. Il trend #nowast è il credo anche nell’ambito di cibo e bevande, riuscire produrre seguendo il filone della circolarità è sempre più rilevante per le aziende, in questo caso si comincia dal riciclo del pane. 

Fra le aziende attive in questo senso, Feedback, associazione no profit inglese contro lo spreco di cibo, che ha lanciato l’etichetta Toast Ale, birrafra i cui principali ingredienti ha il pane raffermo raccolto da panetterie e attività ristorative. L’uomo dietro il geniale progetto è Tristam Stuart, attivista nel campo della lotta allo spreco alimentare che, insieme a Hackney Brewery, ha ideato un ingegnoso nuovo modo di produrre la bevanda. Purtroppo il pane è l’alimento più sprecato in Gran Bretagna: il 44% del prodotto (pari a 15 milioni le tonnellate di pane e 24 milioni le fette di pane buttate nell’immondizia delle case del Regno Unito) finisce ogni anno nel bidone della spazzatura, da qui il desiderio di ottenere un prodotto di largo consumo qual’è la birra, ma in chiave etica. Il progetto ha conquistato anche il famoso chef britannico Jamie Oliver, diventato un supporter attivissimo dell’operazione di recupero del cibo. 

A Milano, invece, è nata sulla scia dell’home brewing, ossia produrre la propria birra in casa, l’etichetta Ibrida. L’idea arriva da un gruppo di studenti del Politecnico di Milano specializzati in ambiti diversi: Akanksha Gupta si occupa di architettura e digital strategy, Elisa Pirola cura la grafica e i contenuti creativi, Francesca De Bernardinis gestisce le pubbliche relazioni e Simone Piuri è la mente commerciale del progetto. Un bel mix di talenti e intraprendenza che guarda caso parte da un concorso internazionale – il Product Service System Design –  che invita gli studenti a creare una start up di sviluppo sostenibile: nasce così Ibrida, la birra fatta con gli avanzi di pane invenduto nel capoluogo milanese, selezionando panifici eccellenti come quello di Davide Longoni a Le Polveri, micropanificio di quartiere e riferimento per la nuova panificazione a Milano, per ritirare il prodotto invenduto. “Buona come il pane” il claim, azzeccatissimo, che, per contrastare lo spreco di questa materia (pari al 19%), ha avviato “Ibrida x I Quartieri”, modello scalabile e replicabile che si fonda sulla collaborazione sinergica di un network di birrifici, panetterie, produttori locali, community hub, associazioni e luoghi di socialità, che lavorano insieme in nome della circolarità, dell’inclusività e della riduzione dello spreco alimentare.

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