di Daniela Buonocore
Ieri, 7 febbraio, si è celebrata la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel 2017 per sensibilizzare la collettività riguardo tematiche quali la violenza fisica, psicologica e verbale. Con il termine “bullismo” si intende, infatti, ogni tipo di atto intimidatorio, oppressivo, fisico o psicologico, commesso da un individuo “forte” nei confronti di uno denominato “debole”. Tali atti avvengono in modo intenzionale e sono ripetuti più volte nel corso di un tempo determinato e non, e coinvolgono giovani tra i 7 e i 18 anni, e possono portare la vittima ad a compiere scelte drastiche, come il suicidio. Nella migliore delle ipotesi, se così si può dire, chi è vittima di bullismo può isolarsi, sviluppare apatia e depressione, e può iniziare a fare uso di sostanze stupefacenti. Dagli atti di bullismo nessuno è immune, non esistono persone tendenzialmente deboli e soggette a diventare vittime, poiché c’è chi attacca le disabilità, chi è omofobo, chi critica i ragazzi se troppo magri o in carne, se alti o bassi, se con gli occhiali o di religione diversa, etc. Per cercare di fermare questa prepotenza, è stata creato un ente chiamato Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), ovvero un organo in cui collaborano Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, per aiutare le vittime di reati a sfondo discriminatorio; questi ultimi possono chiedere aiuto tramite l’app Youpol, quest’ultima utilizzata soprattutto per combattere il revenge porn, ovvero la condivisione pubblica di immagini o video intimi delle vittime. Sono prese di mira, il più delle volte, adolescenti costrette a spogliarsi sotto minaccia, o ragazzi e ragazze del tutto ignari di essere sui social, perché i profili gli sono stati rubati o clonati. Si cerca di educare fin da piccoli alla lotta contro il bullismo e cyberbullismo, attraverso le scuole, ma anche attraverso la TV.
Per la campagna di sensibilizzazione scende in campo infatti la Rai, in particolare Rai YoYo e Rai Gulp. Molti sono anche gli influencer che si impegnano nella lotta contro il bullismo, come i giovani di House of talent, protagonisti di una campagna sul canale Super, che mandano un messaggio positivo che possa dare forza a chi si sente solo. Per sostenere e aiutare i genitori, è nato il Jetdigital, ovvero un progetto nato tra la collaborazione di Facebook e l’università di Harvard, e di organizzazioni come l’Unesco. Tale progetto insegna i genitori e ai ragazzi il modo più corretto per muoversi in piena sicurezza sul web, evitando di inceppare in situazioni scomode, proteggendo il proprio account personale. Si evince che, per combattere bullismo e cyberbullismo, di idee pratiche messe in atto ce ne sono proprio tante, ma ciò che dovrà cambiare radicalmente per mettere fine a tale reato, resta sempre l’educazione al rispetto del prossimo, per ciò che si è, e non per quello che ci impongono gli altri.