Cinque militanti del movimento ecologista GreenPeace a terra in tuta arancione e altri 5 appesi alla cupola con corde e imbracature: si è svolto così il blitz avvenuto in Galleria Vittorio Emanuele ieri mattina poco prima delle nove.
Obbiettivo degli attivisti appendere uno striscione con il messaggio “Versace Detox Now”, per protestare contro le grandi griffe della moda in concomitanza con l’inizio della Settimana della donna. Missione compiuta senza grandi difficoltà vista la totale assenza di controlli che ha permesso loro di calare un banner di 100 metri quadri sul quale erano raffigurati la top model russa Eugenia Volodina e un giovane Re oltre alla scritta “Beautiful fashion, ugly lies? #TheKingisNaked”. Allo stesso tempo altri attivisti a terra hanno aperto uno striscione con il messaggio “Versace, Detox now!” per chiedere al noto brand Italiano di agire subito per ripulire i propri vestiti”.
L’azione è stata quindi interrotta dalle forze dell’ordine giunte sul posto dopo essere state allertate da passanti e negozianti.
Sul sito di Greenpeace è stato poi possibile capire il motivo del gesto. “Abbiamo svelato l’incubo tossico che si nasconde dietro a questi abiti da sogno e chiediamo insieme a questo piccolo Re vestiti liberi da sostanze tossiche per ogni bambino del Pianeta. È arrivato il momento che i grandi marchi come Versace facciano quello che i consumatori e gli appassionati di moda di tutto il mondo stanno chiedendo: eliminare dalla propria filiera le sostanze chimiche pericolose. Valentino e Burberry lo hanno già fatto, cosa sta aspettando Versace?”.
L’episodio ha ovviamente scatenato le polemiche sulla sicurezza del luogo, in particolare da parte di Riccardo De Corato che spiega: “Da stamani i milanesi potranno pensare che chiunque può salire fino al soffitto della Galleria Vittorio Emanuele e appendersi a delle corde: una bella altalena attaccata a una delle architetture più belle della nostra città. A Dov’è la sicurezza in Galleria? Se chiunque può arrivare indisturbato alla cupola e restarci pure il tempo necessario per maneggiare attrezzatura da arrampicata, calarsi e scattare foto, vuol dire che ci sono due gravi problemi: la città non è abbastanza e i monumenti più importanti sono lasciati a se stessi. Il Comune deve proteggere i suoi cittadini e il suo patrimonio. Mi chiedo, c’è qualcuno che vigila su queste intrusioni esterne? Già ad aprile qualcuno si era arrampicato sul tetto della Galleria issando una bandiera rossa sul pennone più alto. Mentre l’estate scorsa un uomo, dopo aver dormito dentro il Duomo, si era lanciato col paracadute dalle guglie. Adesso la Galleria è stata nuovamente violata, con facilità inaudita. Chi controlla? Ci vogliono vigili e telecamere”.
Difficile dargli torto, al posto dei pacifici militanti di GreenPeace la prossima potrebbero esserci dei terroristi o un cecchino pazzo e allora invece di guardare le foto conteremo i morti.
La Critica