di Martina Grandori
Grandi prove di cambiamento green sono in atto nel mondo delle automobili, le nuove e-car diventeranno una grande batteria mobile che interagirà in modo intelligente con la rete elettrica locale, garantendone una maggior stabilizzazione.
È questo il rivoluzionario tema su cui le case automobilistiche più importanti si stanno concentrando: costruire macchine elettriche la cui batteria sarà in grado di distribuire energia elettrica anche alle abitazioni e quindi a quartieri interi. Il problema del fabbisogno energetico, soprattutto nei mesi estivi quando gli impianti di condizionamento sono attivi senza sosta, è una realtà che ancora non vede una gestione ottimale.
Gli impianti di energie rinnovabili (pale eoliche e impianti fotovoltaici) purtroppo dipendono dalle volontà di madre natura, se non c’è vento o sole non producono energia e quindi non possono essere di supporto in momenti di massimo consumo energetico.
Grazie però ai nuovi prototipi di batterie, le e-car potranno diventare degli appaltatori di energia elettrica alla rete nazionale (la società è Terna, gestore della rete di trasmissione italiana in alta tensione, leader nella trasformazione del mercato elettrico verso fonti eco-compatibili).
In Italia la sede del Lingotto si conferma il polo di riferimento per la produzione di veicoli elettrici. L’obbiettivo di Fca in partnership con Engie Eps, è proprio creare a Mirafiori un polo, il più importante d’Italia, destinato alle auto con tecnologia Vehicle-to-Grid, le V2G, capaci di far interagire in modo bidirezionale i veicoli full electric di Fiat Chrysler e la rete elettrica, permettendo da un lato la ricarica dei mezzi, dall’altro l’utilizzo delle batterie a bordo per fornire servizi di stabilizzazione della rete. In questi giorni Fca sta sperimentando l’avviamento di 32 postazioni di ricarica bidirezionale (ma a progetto ultimato in totale saranno 64), in questo modo si carica la batteria dell’auto e contemporaneamente si concede energia alla rete per un bilanciamento della medesima.
Se andrà a regime il tutto, diventerà il polo più grande al mondo. Il mercato dell’auto, nonostante vada sottolineato che sia ancora un mercato assolutamente di nicchia visti i costi alti di listino, punta moltissimo su questo nuovo modello di interazione fra batteria dell’auto e rete elettrica di quartiere. Da Torino parlano della fine del 2021 come data di conclusione di questo test di avviamento, un’area di 3000 metri quadrati nella quale posizionare le colonnine e creare un polo pilota per la ricarica bidirezionale.
A supportare la tesi del grande successo – bisognerà vedere però quanti italiani avranno i soldi e la fiducia per acquistare queste innovative e-car con tecnologia V2G – è il fatto che mediamente un’auto rimane inutilizzata per l’80-90% della giornata, e in questo lungo lasso di tempo, se connesse alla rete, potranno rilasciare energia elettrica che verrà pagata direttamente al proprietario, le modalità ancora non sono chiare, ma si parla di 1000 euro all’anno circa di guadagno.
Non male se ci si pensa, ma forse per il momento l’Italia deve ancora fare i conti con l’ondata di crisi post lockdown, i segnali di una ripresa al momento non si vedono. E poi bisognerà capire se cedere tutta questa energia alla rete per una stabilizzazione sia salutare per le batterie. In teoria più ricarichi una batteria e più rapidamente la deteriori. Ma l’importante è sempre guardare avanti, le nuove frontiere tecnologiche e scientifiche sono sempre uno spunto di riflessione.