di Veronica Graf
Quando gli organi assorbono l’emotività negativa, parliamo di somatizzazione, ma cosa significa somatizzare?
Le somatizzazioni rappresentano il processo di spostamento di eventi psichici sul proprio corpo la cui energia, anziché essere sentita o espressa, viene scaricata su un organo. Tale organo può reagire in diversi modi alla stimolazione: può avere delle variazioni nella sua funzione come nelle reazioni psicosomatiche; può alterare la sua struttura e ammalarsi come in casi di vere e proprie malattie psicosomatiche.
Secondo l’interpretazione moderna, le difese contro lo stress avvengono seguendo un processo “a strati o filtri successivi”: il primo strato è il pensiero e l’emozione, il secondo strato sono le reazioni corporee determinate dal sistema neurovegetativo, e il terzo ed ultimo strato riguarda alterazioni del sistema immunitario ed endocrino.
Ad esempio, quando ci si trova in una situazione stressante quotidiana – come lo possono essere frequenti liti in famiglia – si attiva per primo il filtro emotivo e cognitivo: ci si dispera, si piange, si chiede aiuto ai famigliari e si spera di trovare risposte e di impietosire il partner.
Contemporaneamente si ragiona sul da farsi per trovare una spiegazione e trovare vie d’uscita. Supponendo che tutto questo non sia d’aiuto o che le vie d’uscita non vengano trovate, per paura o ambiguità, il disagio si fa più acuto e persistente. È qui che subentra il filtro neurovegetativo e si iniziano a manifestare i sintomi psicosomatici come ipertensione, tachicardia, insonnia, disturbi dell’apparato gastroenterico con inappetenza o vomito.
Questo dovrebbe indurre a prendere una decisione. Ma nulla cambia. Passano i mesi e lo stress è lo stesso. Dopo ipertensione e gastrite, il filtro neurovegetativo ha esaurito le sue possibilità. Ed ecco presentarsi il terzo filtro, quello immunitario, che purtroppo va a produrre una vera malattia psicosomatica.
Le somatizzazioni si curano impostando una collaborazione terapeutica fra specialisti del corpo e della psiche, che possibilmente lavorino insieme per raggiungere un obiettivo comune.
I punti indispensabili della terapia sono: la cura costante dei sintomi fisici, la cura del dolore depressivo sottostante, la consapevolezza del conflitto che viene coperto, la fiducia nella realizzazione del cambiamento concreto, che è sempre necessario e salutare.
A volte la somatizzazione è accompagnata da sintomi di ansia e di depressione. Per curare il disturbo di somatizzazione serve una psicoterapia cognitivo-comportamentale. È solo così che si può riuscire a scovare ciò che causa il problema dal punto di vista cognitivo e a superare il proprio disagio interiore.