La Permanente di Milano, nel ripercorrere le vicende artistiche milanesi del secolo scorso, dedica una mostra ad Atanasio Soldati, pittore italiano e figura centrale dell’astrattismo italiano dagli anni ’30 in poi. L’intento della mostra, aperta al pubblico dalle 18,30, sarà quello di celebrare un lato inedito dell’artista: nella circostanza sarà esposto – infatti – un selezionato corpus di disegni, pubblicato per l’occasione in un catalogo dalla Six di Sebastiano Dell’Arte e curato da Chiara Bertoni, con un testo critico di Elena Pontiggia e un testo di Augusto Garau.
Il volume sarà presentato da Elena Pontiggia martedì 7 ottobre, alle ore 18, sempre al Palazzo della Permanente. Un evento esclusivo che delinea l’intensa e singolare ricerca artistica di Soldati, caratterizzata da un pensiero sempre vivo e libero, volto sia all’astrazione sia alla figurazione. Come scrive la stessa Elena Pontiggia: “(…) magiche carte di Atanasio Soldati…. un diario delle sue invenzioni, e insieme vocabolari di linee, repertori di segni, insomma opere in embrione e in miniatura che non hanno nulla di spettacolare, eppure esercitano un’inspiegabile suggestione…
La quasi totalità di questi fogli si collocano tra il 1947 e i primi anni cinquanta; Soldati, all’epoca, ha cinquanta, cinquantacinque anni. Nato a Parma nel 1896, dove ha compiuto studi di architettura, si trasferisce a Milano nel 1925. Agli inizi degli anni trenta si è avvicinato a Edoardo Persico e ha attraversato una stagione primitivista, influenzata dal Doganiere Rousseau attraverso la declinazione colta che ne avevano dato Garbari e Carrà. Nel gennaio 1931 ha tenuto una personale al Milione e nel marzo 1932 ha esposto, sempre al Milione, con Bogliardi e Ghiringhelli. L’anno successivo inizia a confrontarsi col cubismo di Léger (che aveva visto nel 1932 proprio al Milione) e con Picasso. E’ in questo periodo che Soldati entra nel piccolo gruppo di artisti che, sempre intorno alla galleria di via Brera, danno vita all’astrattismo italiano. Nelle sue opere del 1934-35 si avvertono nitidamente le tracce dei maestri del Bauhaus esposti, per la prima volta in Italia, nelle leggendarie mostre del Milione: Kandinsky, Vordemberge-Gildewart, Baumeister. Nel gruppo degli astratti, però, Soldati è uno dei pittori più dotati di una vena narrativa, di una vocazione quasi fiabesca. Le sue superfici colorate conservano l’aspetto di strani passatempi, qualcosa che sta fra i puzzle e i tangram, le scacchiere e le carte da gioco. Ricorrono nelle sue opere memorie o tracce di oggetti, anche se appiattite in una bidimensionalità di derivazione cubista. Si direbbe anzi che, pur allontanandosi da figure e cose, Soldati mantenga sempre la nostalgia della realtà. E in questo senso Licini e Melotti sono gli artisti che sono più vicini, idealmente, alla sua poetica”.
Dopo la fine della guerra torna a Milano, continua per alcuni anni l’insegnamento di decorazione e scenografia all’accademia di Brera, iniziato nel ’44, ma un complesso di circostanze lo costringe a trasferire la sua attività didattica a Venezia. Già da tempo progetta di formare un gruppo capace di inserirsi efficacemente nell’aspra polemica che contrappone nell’immediato dopoguerra astrattismo e realismo e nel 1948 fonda , insieme a Munari, Monnet e Dorfles il MAC -Movimento Arte Concreta. L’ultimo periodo, che va dal ’50 al ’53, è denso di riconoscimenti ed affermazioni in campo nazionale ed internazionale, ma è anche segnato dalla comparsa di una grave malattia , che costringe Soldati a un lungo soggiorno ad Arma di Taggia in Liguria. Lì nascono le ultime tele preparate per la XXVI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del ’52, dove gli viene dedicata un’intera sala. In seguito al riacutizzarsi della malattia, muore a Parma il 27 Agosto del 1953.
La mostra è aperta sino all’11 ottobre 2014. Orari: da martedì a domenica 10-13/14.30-18.30; chiuso tutti i lunedì – Ingresso libero
Simona Belluccio