di Gabriele Rizza
Certo, l’occidente è l’epicentro della seconda ondata del coronavirus. Europa e Stati Uniti continuano a segnare nuovi record di morti e contagi, pur essendosi fortunatamente raffreddata la curva; questo però non giustifica il totale immobilismo delle istituzioni europee e della cooperazione tra gli stati ridotta all’osso. L’Asia invece vola: la Cina sarà l’unica economia mondiale in crescita in questo 2020, la sua produzione industriale è cresciuta del 6,9% nell’ultimo trimestre, crescono i consumi privati e il mercato immobiliare, cresciuto di oltre il 12%. Anche il Giappone, sofferente in questo 2020, registra un balzo del più 5% del PIL nell’ultimo trimestre, un’ottima notizia per la terza economia del mondo.
Aldilà dei numeri dei contagi, nettamente minori nel continente asiatico, è da registrare una grande differenza di vedute tra Asia ed Europa: i Paesi del continente asiatico piuttosto che isolarsi, hanno proseguito i loro piani di collaborazione, e così è appena entrato in vigore un trattato di libero scambio che unisce 14 nazioni del sud- est asiatico, che trasformerà il continente nella più grande area economica con il 30% del PIL mondiale.
Dall’Unione Europea i cittadini aspettano ancora un segnale. Gli aiuti immediati ed emergenziali alla collettività sono ancora affidati ai singoli stati, portando ad indebitare oltremodo quelli già fragili. L’Italia segna ora un debito pubblico monstre di oltre 2500 miliardi, destinato a salire. SURE, BEI, Recovery Fund sono per ora più sigle da esibire nei talk show televisivi che aiuti concreti ai cittadini, basti pensare che la prima trance di 20 miliardi a fondo perduto del Recovery Fund arriverà nel Belpaese a primavera 2021!
L’unica mossa concreta dell’UE è l’acquisto illimitato di titoli di stato da parte della BCE; ce lo spacciano anche come atto di grande unità e solidarietà, quando di questi tempi è la regola per qualsiasi Paese dotato di una Banca Centrale. Il risultato poi, è che questo debito sarà tutto sulle spalle dei cittadini, soggetti in futuro a minacce quando, sparita la crisi da Covid e la solidarietà del momento, qualche paese falco come l’Olanda, ci chiederà di “rientrare”; e rientrare in Europa significa lasciare in mezzo alla strada milioni di lavoratori e di tagliare diritti e tutele. Del resto, l’UE è ancora una classe delle elementari dove prevalgono i più forti e questo acquisto di titoli da parte della BCE ricorda molto di più la favola di Hansel e Gretel: mangiare per poi essere mangiati.