Milano. I due trapper Simba la Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, e Baby Gang, cioè Zaccaria Mouhib, sono stati arrestati e posti in custodia cautelare, insieme ad altre 9 persone, a causa della rissa con sparatoria avvenuta in via Alessio De Toqueville, famoso luogo della movida milanese che gravita intorno a Corso Como, avvenuta nella notte fra il 2 e il 3 luglio scorso.
In quella occasione furono arrestati anche i 2 senegalesi che erano stati feriti alle gambe dai proiettili d’ arma da fuoco e, per questo motivo, non erano riusciti a scappare prima dell’arrivo delle Forze dell’ordine, come invece avevano fatto gli altri partecipanti alla rissa.
Una indagine impegnativa
Si è trattato di una indagine impegnativa, iniziata lo scorso marzo, con tante sfaccettature, sia per i carabinieri sia per la polizia di stato, che hanno collaborato nelle ricostruzioni delle responsabilità individuali, coordinati sia dalla procura del tribunale ordinario sia da quella del tribunale dei minori di Milano. Gli arrestati di questa trance delle indagini sono fra i 17 e i 23 anni, ma ci sono stati altri di arresti. Un filone riguarda l’aggressione a Simba la Rue, avvenuta a maggio, per la quale ora cammina con le stampelle, e altri episodi di violenza che si sono verificati a Milano e non solo.
A luglio i minorenni del gruppo erano 2, uno è diventato maggiorenne in questi mesi. Le istituzioni milanesi, e non solo, si sono raccolte, oltre che per punire i reati commessi dai giovani, anche per porre fine ad un fenomeno socialmente pericoloso e inquietante che rischia di coinvolgere e distruggere la vita dei tanti ragazzini che seguono i trapper e le loro canzoni su istagramm e su tik tok. La loro musica è infatti orecchiabile e coinvolgente, e li attira, ma il messaggio che diffondono tramite essa è distruttivo, persino al di là dei comportamenti antigiuridici della cosiddetta banda di piazza Prealpi.
La continua ricerca di follower e di click, interpretati come fonti di potere, e di visibilità ottenibile tramite le botte, la violenza, le sparatorie, i mitra finti, e i suggerimenti a fare altrettanto, per recuperare soldi facili cantando e partecipando a rapine e altri delitti, propaganda la falsa idea che non vi siano conseguenze agli atti di violenza commessi. La produzione musicale in questo modo diventa secondaria al loro stile di vita. Rischia, però, come tutti gli idoli negativi, di rovinare la vita ai giovanissimi, appena usciti dall’infanzia, e denota la pericolosità sociale di questa tipologia di gruppi.
Il movente della rissa
In particolar modo, la rissa in Corso Como potrebbe essere contestualizzata in una sfida fra bande di strada il cui movente potrebbe essere un prestito di soldi non ancora restituiti. C’entra anche la droga. Infatti, a casa di uno dei minorenni arrestati, un ragazzo 17 anni, sono stati trovati 700 grammi di hashish, una quantità che che può essere inserita in un’attività di spaccio piuttosto che di consumo personale. Le immagini dei filmati sono crude. Il ragazzo con le stampelle sembra essere Simba la Rue, reduce in quel momento dall’aver subito un’aggressione violenta e gravissima. Non essere stato tranquillo, a curarsi, ha portato anche ad un aggravamento delle sue condizioni di salute generali, da cui non si è ancora ristabilito.
Simba la Rue
Simba la Rue, che ha circa 23 anni, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare mentre si trovava già ricoverato in una comunità rieducativa. Da quanto riportato da altri giornali, ha dato molto da fare agli educatori, sottraendo i loro smartphone per mettersi in contatto con la donna 31enne, che i media indicano come sua fidanzata.
Sempre i media di oggi raccontano che la 31enne avrebbe fornito a Baby Touchè, il trapper rivale di Simba la Rue, le informazioni per localizzarlo con esattezza , quando fu aggredito a coltellate. Questo è, però, un filone di indagine diverso da quello milanese, anche se riguarda sempre la vita violenta delle stesse persone. Simba la Rue è individuabile nelle immagini perchè partecipa alla rissa nonostante le stampelle.
Baby gang Zaccaria e mammà
Soldi, soldi e ancora soldi che arrivano dalle vendite dei loro brani musicali, e dagli affari delle etichette discografiche che producono i video dei trapper. Baby Gang, cioè Zacaria Mouhib, è stato arrestato a Sesto San Giovanni, mentre era nella casa appartenete a una società, la cui proprietà è riconducibile a sua madre. Alla donna risulta appartenere, secondo quando comunicato dalle forze dell’ordine, anche la società discografica NTP, No parla troppo. Del successo ottenuto con il personaggio Baby Gang, seguito da milioni di follower su Istagramm, sta beneficiando lei, a quanto pare, mentre lui è in carcere con accuse che lo terranno in prigione per diversi anni.
Non so chi sia questa madre che ha incoraggiato il figlio su una strada simile al punto di diventare proprietaria della etichetta discografica che produce i suoi video ma, da madre e non dà giornalista, sono profondamente scandalizzata di come una donna possa vivere della rovina della vita del proprio figlio.
Fine della banda di piazza Prealpi
Come giornalista, invece, torno a raccontarvi i fatti. A questo punto, con questi ultimi arresti, si potrebbe considerare finita anche la banda di piazza Prealpi, decapitata del suo “capo”. Baby Gang nelle ultime ore sta cancellando, foto, profili, e contenuti da Istagramm. Probabilmente lo farà anche dagli altri social. Al momento dell’arresto, compiuto dai carabinieri di Milano, si è arreso ed è stato molto collaborativo.
Anche i due giovani che erano con lui, il suo Istagramm manager e il suo autista, sono stati arrestati. L’ordinanza di carcerazione cautelare riportava anche i loro nomi. In camera, sotto ad un cuscino, Baby gang teneva una pistola Beretta, immatricolata ma non censita, sulla cui provenienza non è ancora stato reso pubblico nulla. E’ stata sequestrata. Non ci si può ancora pronunciare sulla fine che farà l’ etichetta discografica NTP, ma penso che registrare video e cantar canzoni Trapper dal carcere sarà molto difficile.