di Stefano Sannino
La rabbia è un sentimento che viene sempre descritto come indistintamente negativo, al pari dell’invidia, dell’odio, del disprezzo. Eppure tutti noi proviamo rabbia, tutti noi ci arrabbiamo quasi ogni giorno per le sfide che la vita ci pone davanti, tutti noi non possiamo fare a meno di provare questo sentimento che, per quanto potenzialmente distruttivo, non deve necessariamente essere anche intrinsecamente negativo.
Rabbia: anche solo pronunciare questa parola, produce un suono talmente cacofonico da renderla a chi la ode come qualcosa di assolutamente negativo, distruttivo e potenzialmente dannoso. Ma a fronte di un suono così sgradevole, siamo sicuri che provare rabbia sia sempre e soltanto negativo?
Come per ogni cosa nell’Universo, è forse più che altro essenziale capire che anche i sentimenti solitamente catalogati come “distruttivi” sono in realtà funzionali se controllati dalla mente della persona che li prova. È chiaro che la rabbia, qualora non controllata, potrebbe sfociare in violenza gratuita, anche dannosa per l’altro. Ma, se invece la rabbia viene controllata dalla mente umana e dunque non rimane libera di sfociare in violenza, essa è uno strumento al pari di molti altri, che l’uomo può utilizzare per liberarsi di questo “peso di esistenza”, per svincolarsi da quelle situazioni nelle quali la veemenza (verbale) è l’unica soluzione valida per appagare il nostro Spirito.
E se è chiaro che la rabbia non può avere più quel ruolo positivo che aveva in molte epopee e miti antichi, quale strumento in mano all’eroe per sconfiggere i suoi avversari, deve però essere altrettanto chiaro che, anche oggi, la rabbia è uno strumento e come tale va dosata. Si può usare anche con le persone, ricordando però che non deve mai trasformarsi in violenza fisica.
Del pari, è anche bene ricordare, che la rabbia può accecarci e nascondere quella razionalità che invece potrebbe farci comportare diversamente in una determinata situazione: anche questo, per quanto possa essere visto come negativo, non lo è di necessità. Perdere la razionalità, che per l’uomo pare essere il peccato maggiore dell’Universo, può invece essere d’aiuto in molte situazioni di pericolo o in cui si viene attaccati; situazioni nelle quali, perdere il velo di razionalità che ci caratterizza, può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
Insomma, la rabbia al pari di tutti gli altri sentimenti umani, è complessa e mai unicamente positiva o negativa ed in questo modo mai dovrebbe essere interpretata, purché – è bene ripeterlo ancora una volta – non rimanga incontrollata e sfoci in una violenza razionale e senza causa verso l’altro, l’innocente, il diverso.