Oggi in Iran si festeggia il Nawruz: il capodanno persiano che trae le sue origini nel periodo zoroastriano e non islamico, ma comunque festeggiato in tutte le aree di influenza islamico-shiita. Quando inizia un nuovo anno, tutti noi diaciamo: “Anno nuovo, vita nuova”, ma a quanto pare in Iran l’anno sarà nuovo ma la vita e le affermazioni sanno sempre di vecchio.
Ed è così che oggi, primo giorno del nuovo anno persiano, il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei è tornato di nuovo ad attaccare l’Occidente e l’Olocausto. Ecco le sue parole: “Anche i paesi che pretendono di avere libertà impostano linee rosse su cui sono assolutamente rigorosi. Qualcuno osa parlare dell’Olocausto in Europa? L’Olocausto è un evento la cui realtà è incerta e, se è successo, è incerto come è accaduto”.
Le farneticazioni del leader supremo sono proseguite, la guida religiosa suprema dell’Iran ha continuato affermando: “Dubitare dell’Olocausto è considerato un reato grave in Occidente. Essi (gli occidentali) impediscono la ricerca della verità, e rinchiudono in carcere chi nega l’Olocausto e affermano di avere la libertà. E si aspettano che noi non difendiamo le nostre linee rosse, nostre convinzioni ?”.
Allora caro Ayatollah facciamo due conti su quello che accade in Iran, e mai menzionato dai tuoi cari amici evirati mentali in Italia, uno di questi (attento che magari un giorno dice che vorrà abbracciarti come fratello sciita ma non dargli mai le spalle) a cui stanno tanto a cuore i diritti omosessuali. Pronto Alì? Partiamo! Cominciamo da qui, l’episodio più recente: nel mese di febbraio, il ministro degli Esteri iraniano Mahmoud Javad Zarif ha chiamato il genocidio degli ebrei “una tragedia terribile e crudele che non dovrebbe mai essere ripetuto” ed è stato convocato per essere rimproverato dal parlamento iraniano subito dopo.
Caro Ayatollah, guida religiosa suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, tu che parli delle libertà negate in Occidente, mi dici di quali libertà gode, invece, il popolo iraniano sotto la tua guida? Elenchiamole queste libertà allora. Sei omosessuale? Benissimo! Nella liberissima Repubblica iraniana a guida Khamenei ti impiccano, se sono buoni però perché, per la sharia, la punizione per un omosessuale non è l’impiccagione: la sharia è più buona, ha pietà per gli omosessuali, pertanto prevede la lapidazione. Caro Khamenei cosa mi dici in merito alla polizia religiosa che pattuglia le strade delle città iraniane e che ha l’obbligo di fermare e arrestare tutte quelle donne che vestono con un abito che mette in mostra le curve naturali? Dai Khamenei spiegaci questa libertà! Quante frustate mi date se dovessi ascoltare un po’ di musica occidentale moderna con i miei amici? E se non sia mai oltre ad ascoltarla quella musica la balliamo anche e siamo amici ed amiche?
Bella questa libertà caro leader religioso. E non parliamo poi della libertà di manifestazione: quella è stata sotto gli occhi di tutto il mondo. Certo, le pecore politicamente corrette non hanno mai manifestato, almeno in Italia, contro i tuoi metodi libertari, ma non perché li approvassero ma appunto perché sono pecore e come tali andrebbero trattate.
Gian Giacomo William Faillace