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mercoledì, 18 Dicembre, 2024

ALLA DESIGN WEEK DI MILANO LA TENDENZA SONO LE SEDUTE. RIGOROSAMENTE DAL DNA GREEN

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di Danilo Corte Imperial

 

Il design riparte da qui, è lo slogan simbolo della nuova edizione del Salone del Mobile di settembre, di cui il via libera è stato annunciato proprio nelle ultime ore da FederlegnoArredo. Le aziende del settore in realtà non si sono mai fermate, anzi, alcune di loro hanno scelto il calendario della design week primaverile, andata in scena dal 12 al 18 Aprile, per promuovere la loro resilienza e attitudine al cambiamento. Destreggiandosi tra eventi digitali, fisici, o entrambi, si è ripreso il dialogo con i consumatori, professionisti e appassionati, lanciando nuovi prodotti o riedizioni d’autore. 

Il fil rouge dell’edizione è senz’altro la sostenibilità, ormai vero caposaldo per l’industria dell’arredo che ciascun marchio ha interpretato secondo il proprio linguaggio e visione. Dalla tecnologia rubata all’automotive alla semplificazione dell’assemblaggio, dall’ispirazione botanica alla produzione NFT (non-fungible token), resta la certezza che le sedute green sono il nuovo trend.

Tra il ricchissimo palinsesto dell’evento “24 Hours in Milan”, il designer britannico Tom Dixon, ha presentato la seduta in edizione limitata Hydro Chair, nata in collaborazione con Hydro (leader mondiale nella produzione di alluminio e fornitore di Tesla). Prodotta interamente in alluminio senza componenti aggiuntivi rendendola 100% riciclabile quando raggiungerà il suo fine ciclo di vita. La forma a palloncino prende spunti dall’automotive, come anche la tecnologia necessaria per la sua realizzazione, il metallo viene deformato attraverso la cosiddetta formatura superplastica e tagliato a laser dai robot. Adatta sia per l’indoor che all’outdoor, l’innovativa seduta Hydro Chair è stata prodotta in tiratura limitata e numerata per una serie di 60 pezzi. Per l’acquisto in Italia ci si può rivolgere al The Manzoni, lo showroom ufficiale del brand a Milano.

“Otto pezzi”, viene chiamata cosi’ dal suo creatore Gio Ponti la poltrona Round D.154.5, che è composta infatti da 8 pezzi: schienale, seduta, due elementi in compensato curvato e quattro gambe, che avvitandosi alla seduta tengono tutti insieme. L’azienda Molteni riprende la produzione di questa rara seduta commercializzata dal 1954 al 1957, riportando in vita un progetto a tutt’oggi innovativo e sostenibile, in quanto i suoi componenti ridotti a pochi elementi comporta ad un’elevata riduzione dei processi legati alla logistica e dunque di minor impatto ambientale. Oggi come negli anni 50 si ricorre all’essenzialità per produrre oggetti in grado di attraversare il tempo.

Quello di Bottega Intreccio è un lavoro articolato, dove i ritmi serrati dell’industria s’intersecano con i ritmi lenti e umani delle mani esperte artigiane. È proprio dall’osservazione della natura, o più precisamente della botanica, che nasce Silene, una seduta che si ispira all’omonima pianta di origine autoctona italiana con più’ di 300 specie. La poltrona Silene, su disegno di angelettiruzza, è  composta da una seduta circolare in vimini che si adagia sulla struttura metallica, ancora una volta un armonioso incontro tra natura e artificio. Disponibili in una versione in vimini tradizionale ed una in vimini color verde giada.

Hortensia Armchair è uno degli oggetti di design più commentati degli ultimi tempi, a punto tale da diventare virale. È questa la parola usata oggi per definire qualcosa che nasce e si diffonde velocemente sulla rete, come Hortensia una seduta composta da 30.000 petali tagliati a laser. Creata inizialmente da Andrés Reisinger come un immagine 3D pensata per Instragram, la sua pubblicazione ha fatto in giro del mondo e ha suscitato l’interesse di realtà’ industriali come il brand olandese Moooi e diverse gallerie di art design tra cui la Galleria Rossana Orlandi che oggi la commercializzano. La poltrona è stata resa reale grazie alla collaborazione tra il duo Andrés Reisinger e Júlia Esqué. Per la prima volta si lancia un prodotto digitale per misurare il suo potenziale successo evitando i costosi processi di produzione prima di proporla sul mercato e non solo. Grazie alla progettazione digitale è possibile prevedere errori ed evitare lo spreco dei materiali. Hortensia riunisce tutte le caratteristiche della creatività post contemporanea digitale e sostenibile, e perché no, anche fisica.

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