Per dovere di cronaca, ci corre obbligo di riportare gli ulteriori sviluppi della vicenda Alitalia-Etihad di cui abbiamo parlato nell’articolo di ieri.
Ieri si rincorrevano voci di una interruzione delle trattative, che avrebbero dovuto portare Etihad, a fronte di un “assegno” da 500 milioni di Euro, ad entrare nella compagine della nostra ex-compagnia di bandiera con una quota del 40%. e che erano generate anche dal ritardo che la lettera di intenti portava a causa dei continui rinvii.
Si ha ora notizia che una lettera è finalmente arrivata, ma sembra non essere quella attesa, a cominciare dai toni e, in una certa misura, questa conferma le voci che circolavano, pur nell’indeterminatezza dovuta al fatto che questa non ci risulta essere stata resa pubblica.
Quello che trapela è che Abu Dhabi abbia posto precise condizioni per continuare la trattativa ed attende una risposta dai vertici della compagnia Italiana. Non è chiaro se sia una frenata o una interruzione delle trattative, ma sicuramente i tempi si allungheranno, come detto ieri.
Le parti coinvolte non smentiscono in merito e si mostrano molto caute, tuttavia che le trattative si siano bloccate, appare sempre più una ipotesi probabile. Sembra che la lettera di intenti fosse praticamente pronta con il placet del C.d.A. di Etihad, quando l’emiro Mohammed Bin Zayed Al Nahyan ha sollevato delle perplessità.
Il Ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ieri, nel corso del question time al Senato, ha riferito che: ”Ci risulta che ieri sera sia arrivata una lettera di Etihad che pone alcune condizioni alle quali gli azionisti privati dovranno dare delle risposte” alle quali Alitalia sta ”prontamente lavorando”, per cui è da ritenersi che ”la trattativa è ancora in corso”.
Lupi ha anche rimarcato che: ”il governo non vuole né può intervenire. Ci sono accordi societari sui quali il governo non può discutere”. E’ anche evidente che Lupi, che si è molto speso per questa soluzione, ricorda che il Governo osserva: ”con molta attenzione gli sviluppi”.
Il Ministro ha sottolineato che ”Se le risposte convinceranno Etihad, si arriverà rapidamente alla lettera di intenti” per cui, a quel punto, si potrebbe affermare che: ”siamo veramente nella fase finale e poi ognuno farà la sua parte”.
Il tempo che passa, che preoccupa molti, ribadisce Lupi, ”interessa tutti, anche il Governo”. ”Noi continuiamo a sostenere che l’eventuale alleanza con Etihad è strategica e complementare e che possa funzionare. Ma non entriamo nell’accordo. Lo faremo per quello che è di competenza del Governo e, cioè, per le questioni che riguardano il piano industriale, lo sviluppo strategico e il piano occupazionale”.
Inoltre il Ministro ha fatto sapere che nei colloqui avuti, l’A.D. di Etihad, James Hogan, non ha parlato di 3.000 esuberi come una delle condizioni per andare avanti.
Lupi ha anche affrontato il tema Malpensa con una posizione attendista, volendo vedere gli sviluppi della vicenda: ”Aspettiamo a giudicare” ricordando che quando l’A.D. di Etihad ha incontrato il premier, Matteo Renzi, fu lui stesso «a presentare le linee generali del piano industriale» che «non aveva penalizzazioni» né su Malpensa né sul sistema aeroportuale.
”Noi potremo esprimerci solo dopo che l’accordo tra due aziende private dovesse avvenire”.
Però, la questione rimane aperta se è vero che per Abu Dhabi non sono state accolte alcune richieste da parte degli azionisti della compagnia italiana e del Governo Renzi, che non avrebbe fornito sufficienti garanzie “politiche”, come per esempio un decreto che liberalizzi Linate, che molti anni fa, per favorire Malpensa, venne limitato da Bersani nella frequenza dei voli.
Da allora lo scenario è totalmente cambiato e quindi tale limitazione potrebbe non avere più senso. Un decreto del Governo in tal senso, secondo noi, potrebbe dare una notevole mano alla trattativa. Abu Dhabi avrebbe anche richiesto una misura per la limitazione dei benefici per le compagnie low cost.
C’è chi dice poi che visto che la compagnia, al momento dell’entrata di Poste Italiane con i famosi 75 milioni di Euro con una quota al 20%, era stata complessivamente valutata 375 milioni, non si capisce come mai ora gli emiri per avere il 40% debbano sborsare 500 milioni. Solo perché hanno i soldi?
Quindi gli Arabi starebbero discutendo anche di questo punto. A complicare le cose, ci potrebbe essere anche Air France. Alla domanda se i Francesi possano essere una causa della frenata nelle trattative, Lupi ha commentato: ”Forse c’è qualcuno che sta lavorando contro, ma noi andiamo avanti”. Secondo Adnkronos, Air France, interpellata in proposito avrebbe dichiarato: ”Non facciamo alcun commento”.
Insomma, solo il tempo potrà dirci come stiano esattamente le cose. Quello che però si prospetta all’orizzonte, potrebbe essere l’ennesimo esborso da parte dei contribuenti Italiani, se la faccenda dovesse prendere una brutta piega.
Siamo purtroppo un paese socialista, non la Gran Bretagna.
Fabio Ronchi