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lunedì, 18 Novembre, 2024

ALGERIA: ALBORI DI UNA NUOVA PRIMAVERA ISLAMICA. In pericolo la laicità del paese

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Sabato pomeriggio ad Algeri è scoppiata la protesta contro la candidatura dell’attuale presidente algerino Bouteflika alle prossime elezione presidenziali del 17 aprile, raggiungendo così il quarto mandato.  I manifestanti, incitati dagli oppositori sono scesi in piazza occupando varie strade della capitale algerina al grido “No al quarto mandato per Bouteflika”.

L’attuale presidente dell’Algeria, Abdelaziz Bouteflika, 77enne a giorni, governa dal 1999 è garante della laicità algerina, ed al lui si deve quella guerra senza quartiere che ha distrutto ogni cellula terroristica legata al fondamentalismo islamico operante in Algeria.

Presidente dell’Unione Africana nel 2000, è stato il regista del trattato di pace tra Eritrea ed Etiopia, del Trattato di amicizia tra Algeria e Spagna, ha supportato le operazione di riappacificazione nell’area africana dei Grandi Laghi e ha aperto nuovi rapporti sia politici che commerciali con la Francia.

Ora non voglio mettere in dubbio che questa manifestazione sia nata per evitare un quarto mandato, mentre la costituzione algerina ne prevede solo due, per Bouteflika, ma appare sempre strano che tali manifestazioni che culminano con atti violenti avvengano solo ed esclusivamente in quei paesi arabi in cui il governo non è teocratico bensì laico.

Libia, Tunisia, Egitto, Yemen, Siria e tra poco, pare, sia in Algeria che in Giordania, Paese, quest’ultimo che ha ultimamente dichiarato di voler rivedere i trattati di pace con Israele e ha richiamato in patria il suo l’ambasciatore presso Israele dopo aver  espulso i diplomatici israeliani da Amman.

A proposito di Libia, domenica è avvenuto l’ennesimo atto violento, ormai la Libia è in mano ad un governo fantoccio e debole che non ha il controllo del territorio, lasciato in mano a gruppi terroristici e criminali: un ingegnere francese, impegnato nella ricostruzione dell’ospedale di Bengasi, è stato ucciso da un gruppo di uomini armati. La notizia è stata confermata da un responsabile della sicurezza e dall’ospedale di Bengasi, la seconda città della Libia.

Tornando ai disordini algerini, la manifestazione, iniziata pacificamente ha poi subito preso una piega a favore della violenza e la polizia è dovuta intervenire in forza ed ha effettuato, secondo i testimoni presenti, numerosi arresti.

Gian Giacomo William Faillace

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