17.7 C
Milano
venerdì, 20 Settembre, 2024

ALESSANDRO LUCIANO: “L’ARTE È COME L’ACQUA, TROVA SEMPRE IL MODO DI SGORGARE E SCORRERE”

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

di Susanna Russo

Nato a Roma, inizia gli studi pianistici che è solo un bambino, successivamente si dedica allo studio della composizione e della direzione d’orchestra. Più avanti scopre la sua predisposizione al canto ed inizia gli studi sotto la guida del Maestro Romualdo Savastano.

Diplomatosi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, inizia un’intensa attività teatrale che lo ha portato a collaborare con importanti registi e attori. In campo musicale, la sua carriera è incentrata sul repertorio belcantistico italiano e francese, con un particolare focus su Rossini, Bellini e Donizetti.

Ha interpretato un repertorio operistico che spazia da Haydn (Il mondo della Luna) a Verdi (La Traviata, Rigoletto, Falstaff), da Rossini (Il Barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Otello) passando per Mozart (La clemenza di Tito), Bellini (La Sonnambula), Donizetti (L’elisir d’amore), Gounod (Romèo et Juliette, Faust) e Puccini (La Bohème). Forte e duraturo è il legame con la musica moderna e contemporanea che lo ha portato ad interpretare autori quali Benjamin Britten (A Midsummer night dream), Arnold Schoenberg (Ode a Napoleone Bonaparte), Leo Ferrè (La Chanson du mal aimè). Vanta collaborazioni prestigiose con direttori e registi.

Collabora con i più importanti Teatri d’Opera e Sale da Concerto come il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Real de Madrid, l’Operà de Monte Carlo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Theatre Royal de la Monnaie di Bruxelles, il Teatro Sao Carlos di Lisbona, il Gasteig di Monaco di Baviera e con Orchestre quali la Filarmonica della Scala e la Philarmonique de Monte-Carlo.

Hai iniziato a studiare musica che eri molto piccolo, e solo più tardi hai intrapreso un percorso accademico teatrale; che valore aggiunto ha dato quest’ultimo ai tuoi studi “musicali”?

«Mi ha dato la possibilità di conoscere a 360° il mondo del Teatro. Io ho iniziato a studiare il teatro di prosa per fare meglio il cantante, questo è il motivo per cui io sono voluto entrare in accademia, il mio obbiettivo non è mai stato quello di fare l’attore. Quando però ho iniziato il mio percorso accademico, la difficoltà è stata proprio quella di uscire da quest’ottica ed essere davvero libero di riconoscermi nel ruolo  d’attore, e quando ciò è avvenuto c’è stata la svolta. Il mio è stato quindi un percorso contorto: ho dovuto scordarmi d’essere cantante per concedermi d’essere attore, per poi tornare ad essere cantante, ma con una consapevolezza nuova.»

 

Parlando proprio di questa tua doppia natura artistica, cito soltanto due dei tanti ruoli che hai interpretato come tenore, che sono Romeo in Romeo e Giulietta e Faust nel Faust, e ti chiedo cosa avrebbe significato recitare questi ruoli da attore, piuttosto che interpretarli da tenore.

 «La differenza sostanziale tra un attore e un cantante è che quest’ultimo viene supportato dalla musica, mentre l’attore ricostruisce la sua partitura a suo piacimento, nel rispetto delle sue caratteristiche e delle indicazioni del regista. Possiamo dire invece che la musica ti offre già il piatto pronto, che presenta delle difficoltà oggettive, e queste o le superi, o non c’è storia. Inoltre potrei aggiungere che io da attore, per la mia esuberanza, fisicità e per le mie peculiarità caratteriali, sarei sicuramente un caratterista, ed invece per la mia vocalità mi ritrovo, come tenore, ad interpretare ruoli destinati, nella prosa, all’ “attor giovane” e devo dire che trovo interessante questa dicotomia che mi caratterizza.»

 

C’è spazio è riservato alla tua arte in questo mondo e di questi tempi?

«Io credo che indipendentemente dal fatto che il mondo possa e sappia accogliere la nostra arte, il mestiere dell’Artista, che racchiude in sé cuore, maestria e sentimento, non abbia bisogno di un tempo e di un luogo, perché nasce dall’urgenza di comunicare. Per questo motivo, a mio parere, ci sarà sempre posto per l’Arte in ogni sua forma espressiva. L’arte è un po’ come l’acqua, è fluida e trova sempre il modo di sgorgare e scorrere.»

 

Professionalmente come hai vissuto la pandemia? L’Opera può essere resa virtualmente?

«Io ho provato a lavorare in streaming e onestamente devo dire che non funziona molto, perché l’Opera, come ogni spettacolo dal vivo, è un rito, un gioco di forze alchemiche, esoteriche, e si può dire che nel corso della messinscena avvenga uno scambio di energie; quando si realizza una rappresentazione di questo tipo, e viene a mancare anche solo uno degli elementi che caratterizzano il rito, viene a meno una forza, non c’è scambio, non avviene il rito, e manca la magia, quel vuoto sacro capace di fermare il tempo per noi indispensabile. Lo scambio è ciò che sta alla base del Teatro, è imprescindibile.»

 

Proprio a questo riguardo: quanto incide il luogo in cui ti esibisci sulla sua interpretazione?

«Dovrei dire “niente”, perché si dovrebbe essere sempre concentrati e nella propria bolla, ma la verità è un’altra; quando ho avuto la fortuna di debuttare al Teatro alla Scala, il primo giorno di prove sono arrivato due ore prima rispetto all’orario di convocazione, quando il Teatro era ancora immerso nel buio. Ho toccato le assi del palcoscenico, le mura del boccascena, per respirare e fare mia la portata artistica e storica di quel luogo, per carpire un po’ di tutta quell’energia.»

 

Cosa ti ha spinto all’insegnamento? E quale arricchimento professionale e personale ti dà?

«È incredibile, l’insegnamento ti dà una completezza unica, e saper insegnare, saper comunicare agli allievi, permette anche di imparare tanto, dà grande soddisfazione, ma conferisce anche tanta responsabilità, cosa che troppe volte viene sottovalutata, perché insegnare vuol dire “segnare” qualcosa nell’interiorità di qualcuno, e non si scherza con i sogni delle persone. So già che sarà il mio futuro, e questo mi gratifica molto, così come mi gratifica mettere il mio sapere a disposizione degli altri.»

 

Che differenza c’è tra il modo in cui viene vissuta l’opera lirica in Italia e quello in cui viene vissuta negli altri Paesi? Cambiano le tue sensazioni e percezioni quando ti esibisci all’estero piuttosto che nel tuo Paese?

 «La differenza sostanziale è che in Italia l’opera lirica si dà molto per scontata, proprio perché è nata qui, e se sei di Roma e passi davanti al Colosseo, rischi di non accorgerti più della sua bellezza. Altrove l’Opera è ancora vista come qualcosa di speciale, e chi ne è al centro viene trattato con grande rispetto, in quanto portatore di una cultura unica, che noi italiani non percepiamo perché ci viviamo in mezzo. Se vogliamo usare una metafora, sotto questo punto di vista siamo un po’ dei figli di papà a cui il papà non ha spiegato il valore dei soldi. Devo dire che poi, in base al Paese in cui ci si esibisce, c’è proprio un modo diverso di percepire ed accogliere quest’arte, proprio a livello di forma, ma ovunque ho sempre trovato grande calore. Anche in Italia riscontro lo stesso calore, ma anche più supponenza. E dirò di più, solo in Italia si va a vedere l’Opera impellicciati ed ingioiellati, con la prerogativa di mettersi in mostra. La cultura è un’altra cosa, deve essere popolare, non deve fruirne solo chi ha i soldi e poi magari non capisce nemmeno ciò a cui sta prendendo parte, deve essere goduta dal popolo, anche da quello giovane, anche in jeans e maglietta.»

 

Vuoi accennarci qualcosa del tuo prossimo debutto?

«Il prossimo debutto, come attore, è imminente: il 25, il 26 e il 27 Giugno saremo a Nepi, presso la Rocca dei Borgia, con L’inganno apparente, una commedia brillante, messa in scena proprio per venire incontro alle esigenze di un periodo di astinenza sociale. L’obbiettivo è quello di regalare un po’ di spensieratezza, cosa che il Teatro dovrebbe sempre fare. Per il resto, l’anno prossimo debutterò, come cantante, in Francia, ad Aix-en- Provence, a Parigi e a Lione. Per il momento mi dedico all’insegnamento, in questo momento i miei ragazzi hanno bisogno di me.»

 

 

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img