di Susanna Russo
ALER MILANO nasce il 12 agosto 1908 come IACP, Istituto per le Case Popolari, per volontà del Comune di Milano. Diventa “Azienda Lombarda per l’Edilizia residenziale” – ente socioeconomico dotato di propria autonomia e personalità giuridica – con la Legge della Regione Lombardia n. 13 del 1996.
Aler è un ente pubblico di natura economica proprietario e gestore di un patrimonio di edilizia pubblica di 70.057 unità immobiliari, diffuso sul territorio del Comune di Milano e della provincia, su un’area territoriale di circa 1.575 chilometri quadrati. Gli inquilini sono oltre 200.000 e le pratiche che si aprono ogni giorno più di un migliaio. ALER Milano è l’azienda per la casa più grande d’Italia e fra le maggiori in Europa.
In seguito ai fatti avvenuti nelle ultime settimane in zona San Siro – di cui si è molto parlato in sede di Consiglio Comunale – sono venute a galla ancora una volta le problematiche legate alle occupazioni abusive delle palazzine popolari.
Da Febbraio 2017 il Presidente di Aler è Angelo Sala.
Quante delle palazzine da voi gestite vi risultano essere occupate abusivamente?
«Non sono presenti intere palazzine occupate, il fenomeno delle occupazioni riguarda gli alloggi. Su circa 4000 alloggi, le occupazioni abusive si attestano a circa 790.»
Come sono stati utilizzati, nello specifico, i 45 milioni di euro investiti da Aler per la gestione dei quartieri popolari?
«L’investimento riguarda i programmi di finanziamento Contratti di Quartiere e Piano di Recupero Urbano che hanno permesso l’esecuzione di manutenzioni straordinarie di edifici ed alloggi in gran parte del quartiere, nonché la riqualificazione degli spazi comuni e delle aree destinate a verde; gli interventi portati a termine coinvolgono 10 vie e 19 numeri civici.»
In quale parte le occupazioni abusive sono anche responsabilità di Aler, e in quale del Comune di Milano?
«Le occupazioni abusive coinvolgono tutti i soggetti istituzionali che solo lavorando sinergicamente possono agire contrastando il fenomeno. Ciò premesso va segnalato, cosa che spesso non viene tenuta in considerazione, che Aler Milano ha un servizio di tutela del patrimonio nei quartieri che viene effettuato dai dipendenti, che rappresentano la proprietà senza avere nessuna autorità assimilabile a quella della forza pubblica, per intimare allontanamenti da alloggi occupati. Allo stesso tempo Aler non può trovare soluzioni abitative che competono ai servizi sociali del comune di appartenenza per i casi di occupanti fragili. Va detto che a San Siro il fenomeno è perlopiù legato al racket, quindi spesso anche i casi che sembrano di criticità sociale nascondono in realtà situazioni di illegalità. Infatti, è stato riscontrato che gli stessi minori e donne incinte fossero registrati su più casi di occupazioni abusive, facendo emergere un fenomeno di figuranti finalizzati a sfruttare il tema del disagio per non essere allontanati dagli alloggi. Aler continua comunque la sua attività di presidio, ma senza il sostanziale supporto delle altre Istituzioni, Prefettura, Questura e Comune di Milano, non può combattere un fenomeno così complesso.»
Quale apporto dà il Comune di Milano per sostenervi e supportarvi nella gestione degli immobili in questione?
«Il Comune ha la responsabilità di garantire la presenza di assistenti sociali e di offrire nei casi di fragilità una soluzione abitativa temporanea che permetta di liberare l’alloggio dando comunque un supporto al nucleo con disagio. Spesso accade che, forse a causa delle numerose criticità quotidiane, non sia sempre possibile rispondere tempestivamente allo sforzo richiesto.»
È sufficiente l’apporto di Forze dell’Ordine impiegate per garantire lo stato di sicurezza di questi quartieri?
«Le Forze dell’Ordine (Polizia di Stato e Carabinieri) fanno un lavoro straordinario intervenendo tempestivamente (compatibilmente con le numerose attività che normalmente svolgono). Sarebbe importante poter contare sulla Polizia Locale che, ad oggi, interviene solo sulle proprietà comunali. Sicuramente un presidio fisso in quartieri critici come San Siro potrebbe funzionare da deterrente e da concreto supporto. Ritengo che laddove sia necessario colmare un vuoto sul rispetto della legalità, è fondamentale rafforzare la presenza di Forze dell’Ordine e per testimoniare la presenza delle Istituzioni.»
Ha recentemente dichiarato che certe periferie sono “a rischio ghettizzazione”. Come ci si deve muovere per prevenire queste situazioni?
«C’è da dire che solo dal 2020 Aler ha la facoltà di assegnare gli alloggi di sua proprietà. Questa attività è sempre stata gestita del Comune di Milano che evidentemente non ha attuato correttamente politiche di mix sociale che coniugassero la presenza di famiglie italiane e straniere, scongiurando il rischio di creare un ghetto. Per questo motivo ritengo che una delle chiavi fondamentali sia la reale attuazione del mix sociale, verso il quale ci stiamo muovendo, differenziando le categorie di assegnazione, così come indica anche la nuova legge regionale che prevedere specifiche percentuali di attribuzione a soggetti differenti. Altro passaggio fondamentale il presidio di Forze dell’Ordine che garantiscano il rispetto della legalità.»
Ha parlato addirittura di “rinunce da parte dei cittadini italiani” nel momento in cui viene offerto loro un alloggio. Com’è possibile che questo accada?
«Purtroppo in un quartiere come San Siro, rappresentato da occupazioni abusive per l’85% da parte di stranieri, accade che molte famiglie abbiano timore ad abitare la zona e preferiscono rinunciare piuttosto che trasferirsi nel quartiere, allungando così i tempi di assegnazione degli alloggi e diminuendo la presenza di italiani.»
Ad oggi, per quanto avete potuto constatare, quanto è grave la situazione di degrado e delinquenza nelle periferie milanesi?
«E’ sicuramente un tema all’attenzione di Aler, così come delle Istituzioni, che in questo senso si sta adoperando con interventi di recupero degli alloggi, nell’ultimo triennio sono 3700 gli appartamenti ristrutturati, manutenzioni straordinarie e attività di coesione sociale. Parlando di San Siro sono diverse le iniziative attivate, ad esempio la partecipazione a bandi ministeriali con progetti di riqualificazione e rigenerazione, così come altre iniziative di tipo sociale, quali l’apertura di uno sportello che offre servizi integrati di tipo socio-sanitario direttamente nel cuore del quartiere che si basa sulla collaborazione tra soggetti diversi: Aler Milano con ASST Fatebenefratelli, Sacco e le Associazioni contro la violenza domestica Telefono Donna ed Ebano.»
L’articolo non cita il maggiore dei problemi delle case Aler: la Regione Lombardia con assessorato leghista ha deciso di rimuovere tutte o quasi i custodi, lasciando i quartieri, i residenti e lo stesso Aler privi di controlli minimi, allo sbando totale.
Sono molto d’accordo