A Pastorano, in provincia di Caserta, c’è un’azienda agricola piuttosto particolare. Si tratta dell’azienda “La Nostrana” che coltiva mele e pesche. La grande protagonista dell’azienda è la mela Annurca, antica varietà campana, presente sul territorio già in epoca romana.
Di questa mela parla già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. La mela Annurca, a detta di Plinio, proverrebbe dalla zona di Pozzuoli dove, secondo i romani, c’era la porta dell’inferno. Per questo la mela fu chiamata “Orcula”, poiché cresceva vicino all’Orco, ovvero agli inferi. Da Orcula, nei secoli, derivò l’attuale nome.
L’azienda La Nostrana nasce nel 2010. Il suo fondatore, Anselmo Esposito, è un giovane laureato in economia. Si è formato tra Milano e Bruxelles e ha lavorato nell’area Information Technology di una multinazionale. Questa vita però non lo soddisfaceva appieno e, quindi, è tornato al paese per seguire il cuore e le sue passioni coltivando la terra.
L’azienda coltiva la frutta usando tecniche di agricoltura integrata, al fine di non inquinare e di avere prodotti di alta qualità e genuini. L’obiettivo non è solo la produzione e il profitto, ma anche la salvaguardia del territorio dove l’azienda produce e agisce, la valorizzazione dello stesso e dei suoi prodotti tipici e la creazione di una solida economia locale.
Dentro questa cornice nasce l’iniziativa “adotta un albero” che lascio spiegare allo stesso Anselmo.
Anselmo, ho letto sul sito della tua azienda che sei laureato in economia e che lavoravi per una multinazionale. Cosa ti ha spinto a cambiare vita e lavoro per darti all’agricoltura?
Il senso di libertà, il lavorare a stretto contatto con la natura senza schemi né metodi, utilizzando come punto di riferimento l’amore per le piante e i frutti, il conoscere uno ad uno gli alberi, osservare le loro metamorfosi, vederli fiorire e stimarne anno per anno la produttività è qualcosa di magico e speciale che ti appaga pienamente. E poi… un grosso insegnamento di mio nonno: “Non lavorare mai per soldi è la soddisfazione più grande che un uomo possa raggiungere”.
Puoi spiegarci in cosa consiste l’iniziativa “adotta un albero”?
L’ obiettivo è quello di trovare un canale di distribuzione alternativo ai mercati tradizionali. In molti si stanno spostando verso la vendita diretta con
notevoli successi, noi volevamo fare qualcosa di diverso che ci permettesse di autofinanziarci agevolmente senza ricorrere al difficile credito bancario.
Il processo è semplice: all’atto dell’acquisto verrà assegnato al consumatore un codice di riferimento abbinato ad un albero. Alla pianta verrà affisso un cartello con il nome dell’acquirente. Durante tutta la fase di produzione verranno date al cliente continue informazioni sulle cure effettuate al suo albero fino ad arrivare al raccolto. Contestualmente ad esso verrà effettuata la spedizione garantendo la consegna in non più di 48 ore. Attraverso la continua comunicazione che si instaurerà con il cliente sarà possibile richiedere una o più spedizioni a seconda della quantità di frutta che si deciderà di ricevere. L’idea di fondo consiste nel mettere il consumatore privato al centro delle scelte produttive di una piccola azienda agricola, garantendo la filiera corta e la ricezione della merce in non più di 48 ore dal raccolto.
Mele e pesche. Una strana accoppiata. Come mai hai scelto proprio questi due frutti? Produci anche altro? Inoltre come mai proprio la mela Annurca?
Particolari meriti sono da dare al mio caro nonno, che pur non avendo studiato, portava avanti discorsi da fare invidia a molti professori universitari.
La scelta è da ricercare in ovvie ragioni economico-finanziarie e di diversificazione produttiva. Da non sottovalutare la conformazione dei terreni che coltiviamo, particolarmente adatti a tali colture.
Il connubio mele-pesche nasce dalle epoche di raccolto e vendita: le pesche maturano da giugno a settembre a seconda della varietà, le mele da fine settembre-inizio ottobre permettendo il non accavallamento dei raccolti. Attraverso la vendita delle pesche si è sempre finanziata la produzione delle mele e viceversa, spero di rendere bene l’idea. Per la scelta di coltivare in maggioranza la varietà di mela Annurca, che dire, è il frutto dei nostri avi, probabilmente l’unica originaria della Campania.
La tua azienda usa un’agricoltura integrata, un misto cioè di metodi biologici e non. Perché questa scelta?
L’utilizzo di una cura non particolarmente invasiva dei frutteti è un “must” per le piccole aziende agricole, come la nostra, che come unica arma contro la GDO (Grande Distribuzione Organizzata, ndr) e le produzioni intensive hanno la diversificazione delle proprie produzioni basata sulla qualità. Stiamo sperimentando in piccoli fazzoletti di terra dedicati una completa cura biologica, ma la difficoltà che incontriamo è data dalle alte temperature che si hanno durante le epoche di maturazione che favoriscono un’alta proliferazione degli insetti.
Sempre sul tuo sito scrivi che vuoi cambiare l’economia del tuo territorio. Cosa intendi? Cosa pensi di poter fare per la tua terra?
Il territorio in cui viviamo è ricco di piccole e piccolissime aziende agricole spesso con una SAU (Superficie Agricola Utlizzata, ndr) coltivata inferiore ai 5 ettari. La maggior parte non riesce, o, meglio, non ha la possibilità di trovare canali distributivi diversi dai mercati generali vedendo deprezzati, svenduti e molto spesso buttati i propri prodotti (spesso ottimi). Se la nostra metodologia di Tree Adopting funzionasse, perché non fare da vettore per permettere anche agli altri agricoltori di utilizzare il sistema?
Un’ultima domanda. Chi volesse aderire alla tua iniziativa cosa deve fare? E quali sono i costi?
Basta collegarsi al nostro sito e utilizzare il nostro e-commerce. I costi variano a seconda della quantità minima di frutta garantita all’acquirente: si parte da un minimo di quindici chilogrammi, che saranno spediti in un’unica soluzione al costo di trentatré euro per giungere ai tagli più alti, da trenta e cinquanta chili, con possibilità di più spedizioni, con costi di cinquantotto e 94 novantaquattro euro.
Insomma, “adotta un albero” è un’iniziativa interessante che viene da quella parte di Italia che vuole migliorare e progredire onestamente e lavorando. Quell’Italia che ci piace.
A presto
Enrico Proserpio