Chi non si ricorda e non vive con nostalgia la sua adolescenza? L’età dei primi amori, delle amicizie indistruttibili, delle uscite da “adulti”…ma anche delle prime difficoltà, frustazioni, ed incomprensioni.
Anni questi, in cui i ragazzi sembrano quasi impazziti e i genitori, che ormai hanno superato e in parte accantonato quel periodo, sono spaventati dal cambiamento dei loro bambini tanto educati, così dolci, che improvvisamente modificano totalmente il loro modo di vivere e di relazionarsi agli altri.
Ciò avviene perché, stando alle parole degli esperti, i loro sentimenti vengono totalmente sconvolti, soggetti a sbalzi d’umore, irritabilità, aggressività, molto spesso si esprimono anche con violenza, o al contrario si chiudono completamente in loro stessi.
Tale periodo di transizione, così come spiegato dagli psicologi, crea difficoltà ad alcuni ragazzi anche perchè faticano a capire loro stessi e i loro genitori che, il più delle volte, vivono questo periodo come il più estenuante della loro vita. Sono infatti sottoposti a sguardi di sfida, atteggiamenti provocatori, espressioni a volte persino di disprezzo, si sentano inadeguati, sbagliati e perfino in colpa per ogni loro scelta.
La pubertà è pertanto un periodo difficile per entrambi le parti, ma i genitori, nello specifico, non sanno con quali armi combattere.
Come spiegato dalla dottoressa Marielle Donzè, psicologa del servizio di consulenza e assistenza per i genitori di Zurigo, i ragazzi, durante l’età della pubertà, affrontano un vero e proprio cambiamento fisico. Il loro cervello è sottoposto ad una ristrutturazione quasi totale, il lobo frontale anteriore si forma completamente solo in questa fase, pertanto, alcune funzioni celebrali, come il centro emotivo e il sistema di ricompensa, funzionano solo in misura limitata, ecco perchè l’equilibrio ormonale è totalmente sballato e il tutto potrà protrarsi fino ai 20 anni d’età.
Cosa fare quindi per accompagnare un adolescente durante questo periodo di grande cambiamento? Bisogna semplicemente utilizzare una comunicazione quanto più chiara ed aperta, senza perdere mai la calma, ma neanche la propria autorità genitoriale.
L’adolescente va capito, ma non accontentato, va accompagnato e non sostituito e soprattutto va educato e non limitato o viziato. Molto importanti sono le dimostrazioni ed i gesti d’affetto, perché è proprio in questi momenti che i ragazzi hanno più bisogno di noi, essendo loro stessi spaventati dal loro nuovo essere.
Il supporto psicologico è fondamentale, così come le parole d’affetto, anzi, molto genitori dichiarano di riprendere forza e coraggio tra le braccia del proprio figlio, anche se coscienti che da lì a poco ci sarà una nuova lotta.
di Daniela Buonocore