di Susanna Russo
Nokav Djokovic, Boris Johnson, un uomo che nell’Aprile del 2020 correva da solo su una spiaggia deserta, i pochi No Pass rimasti nel nostro Paese: è una caccia al colpevole violenta e senza indulgenze, quella che si sta compiendo da ormai due anni in tutto il mondo.
All’inizio erano i pochi che osavano avventurarsi per le strade di una città fantasma, ad essere presi di mira da coloro che passavano le giornate sui balconi a mo’ di vedetta, erano i giovani fidanzati che si incontravano di nascosto nelle piazze svuotate per baciarsi nel buio e nel silenzio, ad essere denunciati da chi incollava il naso al vetro della finestra, solo e frustrato.
Adesso c’è chi si accende per strada, se per caso nota che un passante non indossa la mascherina come dovrebbe. E poi, adesso, i capri espiatori su cui riversare tutta la rabbia per questi due anni di vita strampalata, spaventosa ed ingiusta, sono dei pesci ben più grossi, che, mentre abboccano all’amo, danno grande soddisfazione ai pescatori incalliti, e anche un po’ sadici, di tutto il mondo, o almeno di tutta Europa.
Nokav Djokovic è bandito dall’Australia, rischia 5 anni di carcere, potrebbe passare dalle vette all’inferno, perché non è vaccinato, perché ha mentito, è stato irresponsabile e superficiale, e per questo dovrà rispondere davanti alla legge. Ma la gogna più temibile non è quella giuridica, ma, come tutti ben sappiamo, quella mediatica. Il giocatore di tennis più forte al mondo è stato “decapitato” da tutti i giornali e i notiziari d’Europa, ha fatto passare in secondo piano il bollettino quotidiano dei contagi per giorni, ha catalizzato su di sé tutta la frustrazione accumulata nel corso dei mesi da tutti coloro che non possono far a meno di pensare: “se devo soffrire io, isolato e senza libertà, tutti quanti devono, anche quelli ricchi e famosi, soprattutto quelli ricchi e famosi”.
Tutto legittimo, per carità, ma non particolarmente utile, né troppo sano.
Boris Johnson ha commesso un altro dei suoi errori grossolani, irresponsabili ed irrispettosi, non gli è ancora chiaro che una figura politica debba essere un esempio per l’intero Paese, consapevolezza che in pochissimi hanno effettivamente raggiunto, forse sarà costretto alle dimissioni, benissimo; forse però anche noi dovremmo dimetterci dal ruolo di giustizieri che non possiamo permetterci di essere.
Siamo tristi, arrabbiati, impauriti e stanchi, non troviamo più un senso a restrizioni e ad un perenne stato d’emergenza, ma prima di lanciare pietre, converrebbe ci chiedessimo chi sia giusto lapidare, se effettivamente c’è qualcuno da incolpare per questo piaga globale.
“Piove, governo ladro!”, disse Gramsci; procuriamoci degli ombrelli, perché qui pioverà a lungo, e prima o poi finiranno gli irresponsabili con cui prendersela.